26 maggio 2013

La buona uscita del fu Giulio A.


I deputati e i senatori come sappiamo non hanno uno stipendio da fame e godono di benefit vari, tra i quali un trattamento di fine rapporto il cui scopo è quello di dare un aiutino a persone che devono reinserirsi nel mondo del lavoro.

Ma se un senatore è a vita, ha bisogno dei soldi per rientrare nel mondo del lavoro? Certo che no. Lo stipendio gli è assicurato finché vive e di solito quando il presidente nomina un senatore a vita, non si tratta di un poveraccio: sicuramente ha ottime entrate, visto che ha "illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario", come recita l'articolo 56 comma 2 della Costituzione.

Ma ha sempre diritto alla buonuscita, come sanno gli eredi del senatore Giulio Andreotti, morto qualche settimana fa, che hanno chiesto al Senato di poter incassare il tfr del famoso genitore. Incasseranno una cifra ingente, perché il senatore non aveva bisogno di soldi e non ha mai chiesto un'anticipo.

Servirà forse a ricollocare il famoso babbo nell'aldilà?