29 novembre 2011

Banche vs Elettori

La crisi economica e finanziaria, trasformatasi poi anche in crisi del debito pubblico di vari Paesi, che ha fatto cadere governi, costretto politici a prendere decisioni impopolari, fatto cadere la fiducia nelle banche e nella politica, pare stia diffondendo una visione del mondo distorta, simile a quella propagandata da tempo da certi complottisti.

Mi riferisco ad esempio all'idea sempre più radicata, almeno qui in Spagna, che i governi non decidono niente, che tutto viene ordinato dai boss della finanza, e che quindi che in Parlamento ci sia una maggioranza o un'altra non cambia niente, per lo meno sul piano economico.

Pochi giorni fa un professore di Storia Politica e Sociale della Spagna Contemporanea, riferendosi ai mercati finanziari, dice in classe "hanno già fatto due colpi di Stato in Italia e in Grecia, qui da noi non lo hanno fatto perchè non ce n'era bisogno visto l'esito scontato delle elezioni".

M'è venuto spontaneo rispondere: "in Spagna ci sono stati più colpi di Stato che elezioni, capisco che vediate golpe dappertutto, però se si controllasse Costituzione spagnola alla mano, sono sicuro che neppure in Spagna risulterebbe poi così sovversivo un semplice governo tecnico".

Idee simili le ho sentite ripetere varie volte qui a Madrid, ma ogni tanto le ho lette anche in commenti di visitatori di questo blog.

Comunque, la frase del professore mi ha dato uno spunto interessante, perchè se davvero in Spagna il "golpe" non c'è stato perchè le banche sapevano che tanto vinceva Mariano Rajoy, ciò implica che tali banchieri erano favorevoli alla vittoria del PP...
Perchè se è stata questa convinzione a farli rinunciare al "golpe", significa che quello di Rajoy era il governo che piaceva a loro, è ovvio.

Qualcosa però non quadra. Come mai allora la prima reazione dei mercati all'elezione della destra spagnola, non è stata una festa? Avrebbero dovuto accogliere il loro beniamino che gli ha risparmiato la fatica di fare un colpo di Stato ed invece....
Come viene segnalato ad esempio qui appena saputa la vittoria di Rajoy la borsa spagnola cade e lo spread ("prima de riesgo" in spagnolo, vista l'inettitudine congenita degli spagnoli verso le lingue straniere ereditata da 40 anni di dittatura ultra-nazionalista), vola toccando i 450.

Insomma il Partido Popular ottiene un trionfo completo con tanto di maggioranza assoluta dei seggi del parlamento, cosa che in Spagna avviene solo in casi eccezionali, infatti soltanto nella legislatura 1988-1992 ci fu un'altra maggioranza assoluta, del PSOE in quel caso.

Allora, se ha stra-vinto un candidato che non piace agli investitori, i casi sono due: o si sono confusi questi banchieri padroni del mondo, o evidentemente questa dittatura finanziaria è una bufala.
Se non si vogliono subire ingerenze da parte dei mercati, la soluzione sarebbe semplice secondo me: indebitarsi poco.

La gente in Europa si sottovaluta, pensa che non conta niente, "la crisi è tutta colpa delle banche".

Invece no, secondo me è colpa anche delle scelte che fa ognuno di noi: chi vota partiti irresponsabili o completamente immorali, chi cerca la raccomandazione per un posto pubblico, chi evade il fisco, chi si disinteressa da sempre della politica per poi indignarsi in piazza tutto d'un tratto quando la crisi è già arrivata (dopo che magari ha applaudito tagli d'imposte o aumenti della spesa pubblica senza ovviamente indignarsi), chi si disinteressa delle disuguaglianze sociali che rendono i poveri sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi...ed un lungo eccetera, sono colpevoli eccome.

Nella foto Mariano Rajoy osservando i dati dello spread spagnolo dopo la sua elezione (scherzo, però la foto è sua davvero).