22 settembre 2011

Debito e PIL, facciamo qualche conto - 1


In due articoli (vedi qui e vedi qui) William ha posto il problema del rapporto debito pubblico/PIL.

Oggi è attorno al 120% (1900 miliardi di debito e 1580 miliardi circa di PIL) e pesa sulla pelle degli italiani soprattutto attraverso una spesa per interessi che supera i 70 miliardi. Equivale, per capirci, ai 2/3 della spesa sanitaria o ai soldi spesi da tutti i comuni italiani. Più aumenta il debito, maggiore è la spesa per interessi, perchè aumenta la massa di titoli pubblici su cui si pagano gli interessi e perchè i mercati chiedono tassi di interesse più elevati, fidandosi di meno della nostra capacità di rimborsare i titoli.

L'obiettivo è di dimezzare
il rapporto debito/PIL. Non dovrebbe superare il 60% del PIL. In tal senso si sono impegnati tutti i paesi europei, come aveva scritto William a aprile.

Possiamo farcela o conviene dichiarare bancarotta?

Facciamo qualche ipotesi realistica e qualche conto.

Immaginiamo che il governo riesca a raggiungere il pareggio di bilancio tra un paio d'anni e che nel frattempo il debito raggiunga la cifra tonda di 2000 miliardi di euro. E supponiamo che da quel momento il debito non cresca più.

Per arrivare far scendere il debito al 60% del PIL, questo deve crescere fino a 3330 miliardi.

Quanto tempo occorre? Circa 25 anni
se ipotizziamo un aumento del PIL del 3% in termini nominali. Questo risultato si può ottenere con un tasso di inflazione del 2% e una crescita dell'1% ma anche con un'inflazione del 3% e nessuna crescita oppure una crescita dell'1,5% e un'inflazione dell'1.5%.

Dunque non sembra impossibile raggiungere l'obiettivo ma è preferibile puntare sulla crescita che garantirebbe la possibilità di affrontare problemi cronici come quello della disoccupazione.
Una crescita più elevata (2% annuo) farebbe salire il PIL a 3300 e scendere il rapporto debito/PIL al 60% in "soli" 17 anni (con un tasso di inflazione del 2%): nel 2030 avremmo raggiunto l'obiettivo.

C'è anche un'altra possibilità: creare un avanzo di bilancio. Supponiamo che ogni anno si raggiunga un avanzo pari allo 0,5% del PIL dell'anno prima e che il PIL nominale aumenti del 4%: si raggiungerebbe l'obiettivo nel 2027.

E con una patrimoniale molto forte? Supponendo di incassare 200 miliardi in un solo colpo si guadagnerebbero altri 2 anni. L'obiettivo sarebbe raggiunto nel 2025.

Insomma mettendo insieme varie ipotesi si comprende che l'obiettivo è raggiungile in un periodo compreso tra i 15 e i 25 anni attraverso una buona combinazione tra crescita, inflazione e avanzo di bilancio.

Ma con quali conseguenze, limiti e possibilità alternative? Lo vedremo la prossima volta.

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