Dunque alla fine è arrivata. Una manovra lacrime e sangue.
Tra maggiori entrate e minori spese si punta a incassare un paio di punti di PIL, quelli che servono a pareggiare i conti nel 2013, ma non sembra che tutti pagheranno allo stesso modo men che meno pare che i ceti più abbienti pagheranno più di quelli meno abbienti.
Manca l'equità come lamenta sia il PD che la CEI (vedi qui), qualunque ambizione di rendere più progressiva l'imposizione fiscale, come testimonia la rinuncia a aumentare le aliquote dell'imposta sui redditi, e manca un tentativo di ridurre l'evasione fiscale, con il divieto all'uso dei contanti fissato a 1000 euro.
Manca inoltre qualunque tentativo di ridurre le spese inutili, come quelle militari o i costi della politica, con l'eccezione dell'abolizione, di fatto, dei consigli provinciali.
Sono modesti anche i cambiamenti promessi per rilanciare l'economia. Oltre all'impegno a rilanciare i cantieri stradali o ferroviari, c'è davvero poco. Un pò di taglio all'IRAP che darà fiato per qualche mese alle imprese. Si interviene sul piano delle liberalizzazioni con misure che possono dare buoni frutti nel corso del tempo. Se li daranno perchè in un'economia ferma e probabilmente il prossimo anno in recessione pare difficile immaginare nuovi investimenti.
Insomma il governo pare aver fatto propria la politica del precedente governo, imponendo le misure troppo impopolari come l'ICI/IMU e la riforma delle pensioni.
Lo spirito che muove Monti è: prendere o lasciare, ovvero accettare i sacrifici o prepararsi al fallimento dell'Italia.
Ma ci offre un'Italia debole, che si sta indebolendo ulteriormente e un governo sotto ricatto degli egoismi delle destre (italiana e europea), come testimoniano le lacrine di Elsa Fornero, a cui di solito non mancano carattere e volontà.
La sola buona notizia è lo spread, sceso in un solo giorno a 375 punti, 80 punti in meno di venerdì e 200 in meno del massimo raggiunto quando sembrava che Berlusconi non volesse dimettersi.
E' una buona notizia per tre ragioni.
Perché più basso è lo spread meno si pagherà sotto forma di interessi sul debito pubblico.
Perchè più scende meno l'Italia è ricattabile sia sul piano interno (PDL) sia su quello esterno (Merkel, Sarkozy, FMI, i mercati finanziari).
E infine perchè più lo spread diminuisce, più probabili diventano le elezioni, che spazzerebbero via l'attuale pessima maggioranza e consentirebbero a un nuovo governo di correggere gli aspetti iniqui delle scelte di Monti.