03 dicembre 2011

Un po' di ottimismo


Lo scorso week end, al termine di una settimana molto nera per l'economia, ero convinto che ci potesse essere una svolta. E' successo diverse volte in questi anni di crisi: quando tutto sembrava a un passo dal disastro, le autorità politiche e monetarie internazionali sono intervenute.

L'articolo di Scalfari di domenica scorsa segnalava la volontà della BCE di intervenire con 1000 miliardi di euro da prestare alle banche, schiacciate dai troppi titoli pubblici in portafoglio, in crisi di liquidità e restie a prestare soldi a imprese e consumatori.

E, puntualmente, la settimana che si sta concludendo è stata dominata dalla speranza di un intervento della BCE e delle autorità politiche. Speranza che ha fatto risalire le borse (il principale indice italiano ha guadagnato oltre il 10%) e allentato le tensioni sui titoli pubblici (venerdì lo spread è arrivato sotto quota 430).
Sei banche centrali hanno poi deciso di abbassare il tasso sui contratti swap in dollari. In pratica si impegnano a prestare alle banche una quantità illimitata di dollari a un tasso più basso di quello praticato pochi giorni fa.

S'è preso atto che le banche americane non prestano più dollari alle banche europee, preferendo versarli alla FED, e si cerca di aggirare l'ostacolo spingendo le banche centrali a prestare i dollari.

Una mossa che ha effetti soprattutto psicologici e che indica la volontà delle autorità monetarie di affrontare il problema di un mercato che da solo non funziona.

A questo dato positivo se ne aggiungono altri: la disoccupazione è diminuita negli USA, arrivando all'8,6%, e in Germania, dove è scesa sotto il 7%, mentre la fiducia e i consumi negli stessi paesi stanno lentamente crescendo.

Piccoli segnali positivi, in vista di provvedimenti che potrebbero avere effetti recessivi. Se il contesto internazionale e lo spread migliorano, ciò non può che aiutare anche l'Italia a rimettere a posto i conti pubblici senza finire in una pericolosa recessione.