02 gennaio 2012

Tagli alla difesa, finalmente?

Il tema degli sprechi militari ha raggiunto giornali (per es. il messaggeroo vedi qui) e tv nazionali (tg de La7).

Repubblica (vedi qui) racconta di 180 mila dipendenti del ministero della difesa, che spende oltre 24 miliardi l'anno per stipendi e armi.

Il ministro della difesa pensa a un piano che taglierebbe nel tempo dai 50 ai 90 mila uomini, ma per ora non vuole rinunciare all'acquisto di 131 aerei prodotti dalla Lockheed. La spesa prevista è di 15 miliardi, ma Repubblica spiega che il costo salirà a 200 milioni per ogni velivolo (e quindi 26 miliardi in totale) perchè l'aereo è pieno di difetti e occorre spendere molto per correggerli.

Una parte del lavoro si farà anche in Italia, ma sono briciole: 600 posti di lavoro a Cameri (in provincia di Novara) in ossequio agli interessi politici della Lega. Davvero pochi, se si pensa che una commessa da 600 milioni da spendersi in tre anni per costruire blindati significa 2000 posti di lavoro.

Tagliamo finalmente la spesa militare? Molti politici storcono il naso, ma se una mega-commessa è costosissima e crea pochi posti di lavoro, c'è da sperare che sia la volta buona. Dopo lo tsunami di imposte che ha colpito gli italiani, servirebbe un taglio significativo delle spese inutili.

Di sicuro non è positivo che il ministro della Difesa sia un ammiraglio che ha firmato importanti accordi internazionali, mentre è confortante che altri paesi stiano rinunciando all'acquisto degli stessi aerei, come racconta Altraeconomia (vedi qui) secondo cui non sono previste penali tali da rendere sconveniente l'uscita dal programma di acquisto.