Come si è arrivati alla tassa sui conti correnti a Cipro, che sta spaventando le borse?
Cipro, che ha un PIL pari a 17 miliardi di euro e un debito pubblico vicino al 100% del PIL, mentre le banche hanno raccolto 68 miliardi, quattro volte il PIL.
Soldi provenienti spesso da traffici poco chiari: Cipro è infatti uno dei tanti paesi di piccole dimensioni che chiudono (almeno) un occhio sui capitali stranieri che cercano riservatezza e imposte basse.
Queste caratteristiche hanno trasformato le banche di Cipro in un punto di riferimento per molti imprenditori russi, greci e inglesi. Le banche cipriote hanno raccolto moltissimi soldi, e molti li hanno impiegati acquistando titoli greci.
Sappiamo com'è andata... chi ha acquistato titoli greci ha subito forti perdite. Cipro deve ricapitalizzare le banche, che per non fallire hanno bisogno di 17 miliardi.
In altri paesi, come in Germania, lo Stato ha ricapitalizzato le banche, facendo salire il debito pubblico.
Poteva succedere a Cipro? No, hanno deciso il Fondo Monetario Internazionale e l'Unione Europea. Il debito pubblico cipriota non può salire troppo, si rischierebbe una replica del disastro greco.
Così qualcuno ha pensato di mettere una tassa sui conti correnti: 6,7% fino a 100.000 euro, 9,9% oltre i 100.000 euro. I ciprioti saranno rimborsati almeno in parte con azioni delle banche salvate.
In questo modo il salvataggio comporta l'impiego di 10 miliardi invece dei 17 previsti. 7 miliardi gravano sui correntisti delle banche che in buona parte sono stranieri e soprattutto russi.
Ci sono però dei problemi. C'è chi non hanno gradito, come i russi, il cui leader Putin ha protestato dopo aver capito che il salvataggio avviene in buona parte a spese degli interessi russi nell'isola. E c'è chi è contrario all'idea di un'imposta forzosa sui conti correnti, che potrebbe rappresentare un pericoloso precedente.
Se in futuro altre economie si troveranno a chiedere aiuti, UE e FMI potrebbero chiedere alle autorità politiche di procedere con una tassa sui conti correnti per raccogliere parte dei soldi necessari al salvataggio.
Ma, se succedesse, chi si fiderebbe dei paesi in difficoltà? Se si spargesse la voce che le banche italiane o spagnole hanno bisogno di aiuti, i capitali fuggirebbero all'estero, aggravando la situazione delle banche.
L'imposta sui conti correnti rischia perciò di essere pericolosa per Cipro e per l'Europa.
Per Cipro perchè se i capitali stranieri lasceranno le banche cipriote, è assai probabile che il salvataggio di questi giorni non sia sufficiente. Serviranno altri miliardi. I russi hanno circa 25 miliardi di euro nelle banche cipriote.
Se dovessero ritirarli, servirà un altro piano di salvataggio delle banche dell'isola e sarà chiaro che UE e FMI hanno, come nel caso della Grecia, fatto scelte suicide: per risparmiare qualche miliardo di aiuti, finiranno per sborsarne molti di più.
Per l'Europa perchè potrebbe rappresentare un precedente e una minaccia, con conseguenze potenzialmente molto negative.