09 gennaio 2014

Favole sullo spread

Da qualche giorno lo spread vale a dire la misura della differenza (espressa in centesimi) tra il rendimento dei BTP a dieci anni e l'equivalente titolo tedesco, è sceso sotto quota 200.

Alcuni politici d'opposizione hanno mostrato fastidio per il risultato, positivo per l'Italia ma negativo per chi sta all'opposizione e coltiva l'antipatia per l'Europa.

Tra gli infastiditi c'è Renato Brunetta per il quale da molto tempo lo spread è un inganno perchè i tassi sarebbero rimasti gli stessi mentre lo spread sarebbe diminuito solo perchè sono risaliti i tassi tedeschi e per effetto delle decisioni della BCE: le scelte del governo invece sono state ininfluenti.

Cerchiamo di capire come stanno le cose e se è vero che la diminuzione dello spread non ha cambiato le cose.

Una semplice ricerca sull'andamento del rendimento dei titoli di stato a 10 anni offre qualche grafico interessante, come il seguente:

E' evidente che il rendimento dei titoli a 10 anni si trova a un livello basso, tra i più bassi degli ultimi due anni, sotto il livello registrato nell'ultima fase del governo Berlusconi e durante il governo Monti.

Chi sostiene che il rendimento e quindi il costo di indebitamento dello Stato non è cambiato, si sbaglia.

Il calo dello spread accompagnato da un rialzo dei tassi dei bund tedeschi ha fatto in modo che solo una parte del calo dello spread si sia tradotto in diminuzione dei tassi. C'era da aspettarselo, ed è un buon segno: se lo spread diminuisce vuol dire che sta scomparendo la paura che spingeva gli investitori a comprare titoli tedeschi anche se rendevano poco e aumenta la fiducia verso i titoli italiani.

Ciò smentisce l'altra teoria, che il calo dello spread sia soltanto merito della BCE. E' vero l'intervento della BCE è stato più importante di quello del governo per ridurre lo spread, ma è anche vero che esso era subordinato a decisioni che il governo Berlusconi non ha assunto.

Le scelte dei governi Monti e Letta sono state in altre parole la chiave che ha aperto la porta all'intervento della BCE.

Dunque benché si possano sollevare critiche alle scelte dei governi Monti e Letta, non c'è dubbio che hanno contribuito a migliorare lo spread e ad abbassare i tassi pagati dallo Stato italiano per indebtiarsi. Sostenere che nulla è cambiato o che siamo di fronte a illusioni significa fare propaganda, raccontando tesi lontane dalla verità.