19 agosto 2012

Perchè le banche non pagano l'IMU

L'IMU, che è di fatto sia un'imposta patrimoniale che un'imposta locale sugli immobili, non colpisce le banche. Perchè?

Le possibili ragioni sono due.

La prima è che le banche italiane sono in crisi. Hanno una montagna di crediti inesigibili, la cui svalutazione comporta ingenti perdite; concedono dilazioni di pagamento ai clienti per evitarne il fallimento, hanno un ingente patrimonio immobiliare, frutto di molte insolvenze, hanno difficoltà a raccogliere capitali sui mercati interbancari e devono usare i capitali di cui dispongono per finanziare sia il debito pubblico che le imprese.

E' quindi ragionevole voler esentare le banche dall'IMU. Il pagamento dell'IMU comporterebbe conseguenze negative per le banche e soprattutto per chi ha bisogno di capitali, ovvero famiglie, stato e imprese.

Ma non finisce qui. C'è un'altra ragione che probabilmente impedisce allo Stato di chiedere alle banche di pagare l'IMU. La spiego negli anni '40 un economista polacco, Michal Kalecki.

Kalecki osservò che in un sistema di laissez faire, vale a dire in un sistema economico molto poco o per nulla regolamentato e con uno scarso intervento statale, il livello dell’occupazione dipende in larga misura dalla così detta atmosfera di fiducia. Se la fiducia diminuisce l'economia soffre: calano produzione, occupazioni e investimenti.

Ciò "assicura ai capitalisti un controllo automatico sulla politica governativa. Il governo deve evitare tutto quello che può turbare l’ “atmosfera di fiducia”, in quanto ciò può produrre una crisi economica".

Parole attuali: se il governo cerca di migliorare la fiducia del mondo finanziario (e quindi anche delle banche) nella capacità di uno Stato di pagare i debiti, non potrà prendere provvedimenti, come l'imposizione dell'IMU, sgraditi alle banche.