Francesco Giavazzi ha scritto sabato 4 agosto un articolo (vedi qui) davvero incomprensibile, nel quale sostiene che si deve ridurre il debito per salvare l'Italia da un probabile aumento dello spread.
L'obiettivo forse era di invocare ancora una volta le riforme che stanno a cuore al professore bocconiano: la riforma del lavoro, il taglio delle spese e del debito e una nuova legge elettorale. Cambiamenti che richiedono l'approvazione del Parlamento, del quale però Giavazzi ha poca fiducia (pensa solo a interessi particolari).
Così, per costringere il Parlamento a accettare le riforme, Giavazzi sventola lo spauracchio di uno spread alle stelle, se la Spagna chiederà l'aiuto dell'Europa.
Perché la Spagna chiederà a giorni l'intervento dell'Europa e noi no? Perchè, argomenta Giavazzi, la situazione economico-finanziaria spagnola è peggiore della nostra: hanno meno debito ma le banche sono al collasso, come il settore immobiliare, che ha trainato per anni l'economia. Devono chiedere l'aiuto europeo e dovranno rispettare le condizioni imposte, perdendo sovranità. Diventeranno un paese a sovranità (economica) limitata. L'Italia invece sta meglio, ma lo spread potrebbe salire, costringendoci a seguire l'esempio spagnolo.
A meno che....a meno che si concludano le riforme e si abbatta il debito pubblico. Per questo Giavazzi propone di non emettere titoli a medio-lungo termine per i prossimi 7 mesi. Lo Stato si farebbe finanziare dalla Cassa depositi e prestiti che a sua volta si finanzierebbe presso la Bce, e riceverebbe dallo Stato quote di società pubbliche come Enel, Eni e Terna, promettendo di vendere appena possibile tali azioni e quindi di tagliare 100 miliardi di debito pubblico.
La proposta ha una sua logica e porterebbe, in attesa di vendere (non svendere) parte del patrimonio pubblico, un risparmio di 4-5 miliardi di interessi, ma le motivazioni con cui Giavazzi propone tutto questo sono poco comprensibili.
Infatti pare che il professore ragioni così: se troviamo il modo di non emettere titoli a medio-lungo termine, lo spread in risalita non ci costringerà a esborsi di interessi eccessivi, e per questo non dovremo chiedere l'aiuto dell'Europa. Non perderemo quindi sovranità e le riforme spingeranno verso il basso lo spread.
L'argomentazione ha diversi punti deboli. Giavazzi suppone che lo spread salirà dopo che la Spagna avrà chiesto l'aiuto europeo. Perchè dovrebbe salire? Sappiamo che le scelte di Monti hanno ridotto lo spread da novembre a marzo, da oltre 500 a circa 275 punti-base. Poi è risalito man mano che peggioravano le situazioni di Grecia e Spagna.
Allora delle due l'una: o i mercati valutano il merito di credito dell'Italia e lo spread non peggiorerà dopo l'intervento a favore della Spagna ma anzi migliorerà, come era migliorato tra novembre 2011 e marzo 2012, oppure i mercati speculano e allora la situazione non migliorerà neppure se l'Italia farà altre riforme. Nel primo caso la previsione di Giavazzi risulterà sbagliata, mentre nel secondo le riforme non sono una strada obbligata, come suppone il professore bocconiano.
L'intervento a favore della Spagna inoltre può far scendere lo spread italiano in un altro modo: i mercati considererebbero più probabile un intervento a favore dell'Italia per far scendere lo spread italiano e, scontando questa possibilità, acquisterebbero titoli italiani.
Anche l'idea che la speculazione si concentrerebbe sui titoli italiani, facendo salire lo spread, sembra poco realistica. La storia degli ultimi mesi sembra suggerirci che il peggioramento dello spread spagnolo ha trascinato lo spread italiano: se lo spread spagnolo migliorerà perchè quello italiano dovrebbe peggiorare?
In diverse occasioni poi lo spread è salito, e qualche giorno dopo non ci sono stati problemi alle ate dei titoli di stato. Possiamo pensare che in futuro succederà la stessa cosa. I tassi saranno alti ma non insostenibili.
Ancora, se è meglio non emettere titoli a media-lunga scadenza perché i tassi sarebbero elevati, una soluzione semplice è emettere titoli a breve scadenza, sui quali si pagano tassi inferiori, invece di imbastire una complessa operazione come quella ipotizzata da Giavazzi. L'emissione di titoli di breve scadenza è preferibile perchè è su questi titoli che si concentreranno le operazioni della BCE, come annunciato da Draghi.
Insomma le idee di Giavazzi sembrano errate, utili solo per spingere il Parlamento a accettare riforme sgradite (anche Mario Monti in questi giorni ha manifestato in un'intervista a Der Spiegel un pò di fastidio verso il Parlamento) usando argomentazioni economiche poco convincenti.