02 maggio 2012

Guido Martinetti. E l'IRAP

Guido Martinetti è un imprenditore che insieme all'amico Federico Grom ha creato una catena di gelaterie di successo (se n'è parlato qui).

Ospite a Otto e mezzo, ieri sera Martinetti ha spiegato che l'IRAP tassa il costo del lavoro e gli oneri finanziari e pertanto disincentiva sia l'assunzione di dipendenti che l'indebitamento per nuovi investimenti.

Quando l'ho sentito ho fatto un salto sulla sedia. Intendiamoci, l'IRAP non è la migliore delle imposte possibili e non mancano le critiche perché chi ha più lavoratori dipendenti più paga. Tuttavia certe critiche sono poco comprensibili.

La prima ragione è che l'impresa "compra", se così si può dire, lavoro e capitali per produrre e vendere beni e servizi. L'imposta, qualunque sia, finisce direttamente o indirettamente per pesare sui frutti del lavoro e sui capitali investiti nell'impresa.

La seconda ragione è che l'IRAP ha sostituito una serie di imposte che gravavano sul lavoro e sui capitali investiti, o magari erano imposte in somma fissa, da pagare a prescindere da qualunque attività svolta e dai guadagni conseguiti.

"Con la sua istituzione -spiega Wikipedia- sono stati soppressi l'Ilor, Iciap, imposta sul patrimonio netto delle imprese, tassa di concessione governativa sulla partita Iva, contributo per il servizio sanitario nazionale (tassa della salute), contributi per l'assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi, contributo per l'assistenza di malattia ai pensionati, tassa di concessione comunale e la tosap".

Quindi l'IRAP ha eliminato 9 tra imposte e tasse (e non poca burocrazia) che gravavano sull'impresa e dunque direttamente o indirettamente su capitale e soprattutto lavoro, come avveniva per esempio con il contributo per il SSN.

L'IRAP ha peggiorato le cose per l'impresa? Forse no, se chi l'ha pesantemente criticata quando l'IRAP è nata (Giulio Tremonti in primis) poi l'ha mantenuta. Ma forse Martinetti tutto ciò non lo sa...