09 maggio 2012

Il Movimento 5 Stelle. E i soldi pubblici

Uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle è il rifiuto dei rimborsi elettorali, che dovrebbero servire a restituire ai partiti i soldi spesi per le campagne elettorali.

I sostenitori del M5S sembrano gradire il rifiuto dei soldi pubblici, scelta che li differenzierebbe dai partiti tradizionali che invece dispongono di dipendenti, sedi, collaboratori, ecc.

Ma è vero che rifiutano i soldi pubblici?

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Prendiamo il resoconto presentato dal Movimento 5 Stelle del Piemonte, o meglio dai 2 consiglieri eletti in Consiglio Regionale. C'è una sola entrata e sono soldi pubblici, come risulta da questa tabella.

Soldi che la Regione dà ai gruppi consigliari per pagarsi le spese e che il Movimento 5 Stelle usa sia per pagare le spese dei due consiglieri regionali sia per pagare le spese del Movimento, come si può capire leggendo le diverse voci di spesa.

Passiamo al bilancio dei consiglieri dell'Emilia Romagna. Anche qui le entrate sono solo soldi pubblici: 333.976 euro (come risulta qui ). Soldi usati per pagare le spese dei consiglieri, pranzi e trasporti soprattutto, ma anche per sostenere il movimento acquistando volantini, affittando sale e proiettori, e rimborsando i gruppi locali del Movimento, vale a dire le liste civiche che si presentano nei comuni, come risulta dai dettagli di spesa (vedi qui). E poi mangiano: molti pranzi pagati con i soldi regionali. Uno con un giornalista del Sole 24 Ore e anche una cena per incontrare un'agenzia investigativa nell'aprile 2011.

In sostanza rinunciano al rimborso elettorale, ma usano i soldi pubblici per pagare le spese elettorali anche di una piccola lista civila locale del Movimento 5 Stelle.

Dov'è la differenza rispetto a chi usa i soldi dei rimborsi elettorali?