Si, l'istruzione decisamente costa cara ad un paese. Ma in prospettiva rende più di quello che costa a chi ha il coraggio per investirci.
In questo periodo di inizio scuola a fare scalpore e ad occupare le prime pagine dei giornali sono i quasi 200.000 precari della scuola che non vedranno confermati gli incarichi, perché ritenuti esuberanti. Ma i mali della scuola italiana purtroppo non si fermano qui. E i risultati si vedono con il tempo!
L'istruzione primaria pubblica italiana, con in testa l'Emilia Romagna negli anni '90, è servita da modello in tutto il mondo. Non per niente era considerata la migliore del mondo: più insegnanti, più progetti, tempo prolungato, ecc. ecc.
Ora che fine farà tutto cio?
Riporto solo un paio di dati: il numero medio degli alunni per classe è aumentato a dismisura, e a volte sfiora i 30 e, dall'altra parte in Europa siamo penultimi come spesa per la scuola.
Aggiungo un altro dato: da uno studio recente del ministero dell'istruzione il 30% degli edifici scolastici non è a norma con le leggi antisismiche e quasi la metà del totale andrebbe ristrutturata.
Quindi si può tranquillamente affermare che per la scuola non è vero che si spende tantissimo. Ma probabilmente è vero che si spende male.
Buona parte del problema è dato dall'eterno intreccio di competenze: scuole di proprietà dei comuni, ma insegnanti pagati dallo stato. Ma a mio parere l'altra parte del problema è la chiara volontà politica di spingere sulle scuole private.
Il disegno è chiaro: si tolgono soldi alle scuole pubbliche provocando un peggioramento del servizio. Il commento del genitore è: "perché mio figlio dovrebbe andare in una scuola piena di immigrati che nemmeno parlano l'italiano, portandosi dietro pure la carta igienica? Allora lo mando alla scuola privata! Pago, ma almeno li gli immigrati non ci sono (perché costa....)".
Quando questo meccanismo è consolidato, allora si possiede la base elettorale per dare maggiorni contributi alle scuole private, togliendoli ancora alla scuola pubblica ed il gioco è fatto!
Ma conviene ad uno stato in prospettiva un simile sistema?
Il problema di fondo è dato dalla divaricazione tra i redditi della nostra società, dove sta scomparendo la classe media e ci stiamo dividendo in ricchi e poveri. I ricchi vorranno e potranno istruire i loro figli in maniera sempre migliore e ai poveri rimarrà una scuola pubblica disastrata (ci sono già interessanti esperienze in merito negli USA).
Parafrasando il titolo di un famoso film, verrebbe da dire: "non è un paese per giovani"