20 luglio 2010

Più tasse per tutti

Un vecchio slogan elettorale suonava più o meno così: “Meno tasse per tutti”. E lo slogan è stato cavalcato fino a farne una bandiera.
Ma come stanno le cose?
E soprattutto che promesse sono state mantenute?

Dichiarazioni di Silvio Berlusconi e della Casa delle Libertà:

“Abbattimento della pressione fiscale, con l’esenzione totale dei redditi fino a 22 milioni di lire annui; con la riduzione al 23% dell’aliquota per i redditi fino a 200 milioni di lire; con la riduzione al 33% dell’aliquota per i redditi sopra i 200 milioni” (dal Contratto con gli Italiani, campagna elettorale 2001)

“Il Governo non ha aumentato le tasse, e questo è già miracoloso” (Berlusconi, Roma, 21 dicembre 2001, conferenza stampa)

“E’ preferibile per i cittadini che pagano le tasse, come le paga il sottoscritto, pagare minori imposte. Per questo può essere necessario incentivare quei cittadini che non sono in regola, perché mettano mano al portafoglio” (Berlusconi, 2 gennaio 2003, intervista a Panorama)

Vediamo come stanno le cose.

Imposte dirette: le aliquote, nonostante i proclami, sono attualmente 5: 23%, 27%, 38%, 41% e 43%. Quindi nulla sembra essere cambiato rispetto a prima! In pratica sui redditi oltre i 75.000 € si paga il 43%

Imposte indirette: le aliquote IVA sono 4%, 10% e 20% ormai fisse da anni

IRAP: l’unica modifica l’ha fatta Prodi, introducendo il cuneo fiscale. In pratica uno sconto sull’IRAP. Poi le regioni possono, entro certi limiti, variare le aliquote. Ultimamente è stato deciso uno sconto generalizzato sull’IRAP da parte dello Stato. Peccato che l’IRAP vada a finanziare la sanità regionale (sull’assurdità dell’IRAP sono stati scritti fiumi di inchiostro…).

Imposta di successione: tolta e poi rimessa. Gli unici ad averci guadagnato sono quelli che hanno acquistato casa nel periodo di “interregno”

Imposte di registro: praticamente invariate

Imposta di bollo: in costante aumento. Le marche da bollo, retaggio medioevale di pagamento, sono lievitate a 14,62 €. Ma si va già verso i 17,50 per alcuni atti.

ICI: tolta sulla prima casa. Ovviamente se abito in un castello non pago nulla (poverino….).

Accise: sono le imposte sulle risorse, si pagano su petrolio, estrazione, e simili. Costanti. Ma tanto in caso di aumento vengono integralmente riversate sul consumatore…

Balzelli vari: qui si apre una voragine che potrebbe non avere fondo. Infatti se da una parte lo Stato ha ridotto il numero delle imposte, dall’altra parte gli enti locali hanno dato sfogo alla fantasia tassando il possibile. Ne cito solo alcune: TARSU (Rifiuti), TOSAP (Occupazione suolo pubblico), Tassa sulla pubblicità, Tassa sulle insegne (su quelle piccole non si paga più…). E fin qui ci potremmo anche stare. Poi se vogliamo un passo carrabile dobbiamo pagare, così come per la luce notturna, il tagliando per parcheggiare sulle righe blu (anche se sono residente), illuminazione al cimitero, multe e così via

La politica di tutto questo è chiara: lo stato taglia i trasferimenti e scarica sugli enti locali l’onere di “tosare” il cittadino in altri modi. Però così direi che è troppo facile. La pressione fiscale ha raggiunto in Italia livelli record e soprattutto NON E’ DIMINUITA negli ultimi 10 anni!