
"Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani" è il tormentone del governo.
Forse nelle tasche no, ma nel portafoglio sì, viene da dire.
Infatti sono scattati ieri gli aumenti sulle autostrade che potrebbero gravare anche per 120 euro al mese sui bilancio di alcuni pendolari.
Il governo a corto di soldi fa pagare una parte dei costi dell'ANAS agli utenti delle autostrade secondo una logica un pò strana: percorri una tangenziale gestita da una società autostradale da cui si dirama una bretella per l'aeroporto gestita dall'ANAS? Paghi di più, anche se non usufruisci della bretella per l'aeroporto. Il maggiore introito finisce all'ANAS.
Si tratta di una scelta criticabile e iniqua da diversi punti di vista.
Anzitutto perché si fa pagare solo ad alcuni il costo di un bene (la strada dell'ANAS) di proprietà di tutti, costo che andrebbe pagato con le imposte di tutti i cittadini.
Doppiamente iniqua, poi, perchè colpisce i pendolari, categoria di persone che, disponendo di solito di minori ricchezze, vanno a vivere fuori città per godere di immobili che costano di meno.
Dal punto di vista ecologico, l'aumento dei pedaggi ris

E infine è un provvedimento che non combatte le inefficienze e la corruzione legata alla gestione dell'ANAS. Sarebbe stato più ragionevole, in cambio dell'aumento delle tariffe, far gestire alle società da cui dipendono le tangenziali e le autostrade anche i tratti ancora di competenza ANAS, realizzando economie di scala capaci di far risparmiare qualche soldo all'automobilista.