Molti anni fa, quando il muro di Berlino divideva l'Europa in due, si discuteva molto di capitalismo (e di socialismo). Per i più estremisti uno dei due modelli avrebbe vinto e costretto i perdenti cambiare sistema.
Quando le dittature dell'est sono implose, è parso chiaro che il modello socialista non minacciava più nessuno, salvo forse qualche sventurato in Nord Corea o a Cuba. La parola "capitalismo" è andata in soffitta, sostituita da una più utile discussione sulle caratteristiche del capitalismo.
Per questo motivo mi pare strano il titolo dell'ultimo libro di Luigi Zingales, economista italiano che lavora all'università di Chicago, nota per le posizioni liberiste dei suoi economisti.
Zingales è già riuscito a scrivere un libro dal titolo curioso: "Salvare il capitalismo dai capitalisti". Qual è la colpa dei capitalisti? Secondo Zingales i capitalisti non vogliono saperne di un mondo duro e competitivo. Preferiscono che il mercato non funzioni come descritto dai manuali di economia, vale a dire preferiscono i mercati oligopostici, rifiutano la concorrenza perfetta o quasi perfetta, e possono farlo per colpa della finanza che non tratta tutti allo stesso modo preferendo dare soldi agli oligopolisti.
Adesso Zingales riprende lo stesso tema, spiega che l'economia non funziona come dovrebbe perchè fare impresa spesso significa orientare le scelte politiche nell'interesse di pochi imprenditori.
Tutto ciò scandalizza Zingales, non perché preferisca un'economia più regolata, ma perché pensa che il libero gioco del mercato possa produrre uguaglianza, benessere e libertà per tutti.
Quando ho letto questo nel risvolto di copertina di Manifesto capitalista, l'ultimo libro di Zingales, ho faticato a trattenermi. Mi veniva voglia di ridere. Come si fa a essere tanto ingenui da credere che il mercato lasciato a se stesso produca uguaglianza e benessere per tutti? E come si può credere che,visto che il mercato produce oligopoli, lobbies e tutto ciò che limita la concorrenza, lo stesso mercato si possa autoriformare nel timore, in caso contrario di trasformare il capitalismo nel suo opposto, producendo ingiustizia e povertà come e peggio dei regimi socialisti?
Insomma, non ci sono buone ragioni per acquistare il libro di Zingales. O forse sì. E la ragione è scoprire gli errori che compiono nel descrivere il funzionamento dell'economia e il mondo ingenuo che sognano i liberisti, tanto ingenuo da sventolare, quasi un quarto di secolo dopo la fine dei regimi comunisti, lo spauracchio della povertà di chi aveva scelto il sistema sbagliato.