In Germania non esiste l'otto per mille semi-obbligatorio, vale a dire con la possibilità per il contribuente di decidere soltanto a chi versare l'imposta ma non di decidere se pagarla.
L'imposta è volontaria e subordinata a una dichiarazione di appartenenza: si dichiara di essere cattolici o luterani e si ricevono i bollettini con cui pagare la relativa imposta ai sacerdoti della propria religione.
Se un cittadino dichiara di essere ateo o comunque di non avere alcuna fede preferita, semplicemente non paga alcuna imposta.
E così succede che molti, vuoi per risparmiare, vuoi perchè non gradiscono alcune decisioni della chiesa cattolica, dichiarino di aver cambiato idea circa la religione preferita e quindi non paghino più la relativa imposta.
La Chiesa cattolica tedesca sta subendo il colpo di tali ripensamenti e ha deciso di reagire: niente più battesimi, comunioni o matrimoni per chi non è in regola con i pagamenti.
Chissà se in Italia, dove giusto due anni fa si segnalavano le preoccupazioni del cardinal Bagnasco sul calo delle entrate della Chiesa (vedi qui) la Chiesa avrebbe lo stesso coraggio, escludendo dai sacramenti gli evasori. E chissà se qualcuno avrebbe il coraggio di abolire l'imposta sulla religione obbligatoria e trasformarla in imposta facoltativa, come succede in Germania.