25 ottobre 2011

Le pazze idee della premiata ditta A&G - Seconda puntata

Continuiamo con le proposte per far funzionare meglio l'economia.

La proposta 5 dice che si deve favorire l'occupazione femminile anche con opportuni incentivi fiscali. Qui sorgono due problemi. A&G si smentiscono. Volevano idee a costo zero. Ma questa costa...Inoltre se le donne lavorano di meno, è perchè ci sono altri problemi, come la mancanza di asili e altri servizi, per cui più facilmente una donna si occupa dei figli, della casa, dei genitori anziani e così via.

L'idea (proposta 6) di riformare le pensioni serve a far risparmiare lo stato. Solo indirettamente e nel lungo periodo questo può servire all'economia. Più interessante invece è la proposta di riformare la giustizia civile (proposta 7), anche se, come prima, gli effetti si vedranno nel tempo perchè presumibilmente le vecchie cause sarebbero affrontare con le vecchie regole.

Appare invece strana la proposta 9: usare i soldi di una minore evasione (che per A&G avverrà per miracolo, visto che non si sa come la premiata ditta voglia ridurre l'evasione) per ridurre le imposte. Con un debito pubblico enorme, possiamo pensare davvero a usare i soldi di una minore evasione per ridurre le imposte?

Resta la madre di tutte le liberalizzazioni della premiata ditta A&G: aprire i mercati delle libere professioni e dei servizi pubblici locali.

Ora io vorrei capire come fa l'economia a crescere se liberalizziamo la professione di notaio, commercialista, avvocato, e via discorrendo. Ci possono essere due soli benefici diretti. Una maggiore concorrenza potrebbe (il condizionale è d'obbligo) far scendere le tariffe con qualche beneficio per cittadini e imprese. Inoltre potrebbe esserci una redistribuzione del reddito: i vecchi notai (ma anche avvocati, commercialisti ecc) potrebbero guadagnare di meno a favore dei nuovi arrivati. Ma quale sarebbe il beneficio per l'economia?

La liberalizzazione infine dovrebbe toccare i servizi locali. A&G citano i rifiuti. Ma cosa significa liberalizzare un servizio che la collettività si paga con una tassa apposita e magari con un contributo dell'ente locale? Il privato che volesse sostituire l'azienda pubblica della raccolta rifiuti o volesse comprarsela, sarebbe intenzionato a realizzare un utile e a guadagnare quanto basta per ripagare l'investimento.

Visto che non è possibile aumentare il giro d'affari come succede negli altri settori economici, i soldi per gli utili e per ripagare gli investimenti arriverebbero da un aumento delle tariffe o da una diminuzione dei costi, vale a dire pagando meno la gente. Misura che finirebbe per rivelarsi recessiva.

Concludendo, la premiata ditta Alesina & Giavazzi partorisce il topolino. E' convinta che l'economia funziona se l'offerta è dinamica, ignora la domanda e per questo cerca di dare la scossa all'economia, sperando che una scossa produca effetti positivi, realmente difficili da immaginare.