L'articolo sulla stampa italiana è transitato veloce come un fulmine e anche parecchio inosservato.
Da uno studi commissionato dalla banca mondiale in collaborazione con la PricewaterhouseCoopers (PwC) sulle tasse pagate nel mondo l'Italia risulta il fanalino di coda in Europa e negli ultimi posti per pressione fiscale nel mondo.
Il rapporto completo (in inglese) è scaricabile gratuitamente da qui.
Andando a vedere il rapporto nel dettaglio a pagina 31 troviamo la classifica dei paesi europei in cui l'Italia occupa l'ultimo posto con una pressione fiscale pari al 68,6%. Bisogna fare una considerazione: a questa cifra si arriva sommando le imposte sul reddito, i contributi (INPS, INAIL, ecc.) e le altre imposte. L'Italia è ultima seguita da Francia e Belgio. Ai primi posti troviamo Lussemburgo (21,1%), Cipro e Irlanda.
Prescindendo dalle consuete considerazioni sull'evasione fiscale, il risultato è che la differenza tra quanto un dipendente costa e quanto prende è semplicemente abnorme. In termini pratici, con un esempio, un dipendente che per 14 mensilità prende 1.100 Euro al mese, al datore di lavoro costa 24.000 Euro l'anno!
E a tale carico di costi non corrisponde quasi mai un adeguato livello di servizi.
Perché un'azienda dovrebbe assumere in Italia? Con questa situazione i conflitti tra lavoratori e imprenditori sono scontati!
E perché continuare a tenere una imposta come l'IRAP che penalizza fortemente il lavoro?
Pongo infine a tutti i lettori questo quesito.
Se vi offrissero di dirigere un'impresa con 100.000 Euro di utile all'anno, sapendo che per produrlo bisogna fatturare circa 1,5 milioni di Euro l'anno, e che una volta pagate le tasse, puliti, vi rimarrebbero in tasca solo 32.000 Euro l'anno (cioé circa 2.700 Euro al mese), accettereste il posto?
Personalmente io avrei molti dubbi....