No, non sto parlando della Chiesa, anche se Benedetto XVI ce l'ha messa tutta per confondere le idee in tema di finanza. Sto parlando di Giulietto Chiesa che in questo articolo spiega che siamo in mano a una elite di banchieri che piegano il mondo agli interessi del consumatore sovraindebitato americano.
Un articolo poco convincente, che non spiega perchè i mercati sono crollati. Se era interesse di qualcuno far pagare al resto del mondo il debito americano sarebbe stato interesse far funzionare bene le economie: se chi deve pagare se la passa male, si rischia che non paghi.
Un paio di passaggi in particolare dimostrano la debolezza dell'analisi di Chiesa.
Il primo dice che i mercati finanziari sono crollati per conto proprio. Il secondo osserva che Giappone e Argentina sono usciti bene dalla crisi nazionalizzando il debito statale.
Ora, non solo il Giappone deve ringraziare l'elevato risparmio interno che finanzia un debito pubblico elevatissimo, attorno al 200% del PIL. Ma come non ricordare che l'Argentina è fallita, che le conseguenze hanno colpito soprattutto i più poveri, i redditi bassi mentre i vantaggi da sempre in quel paese sono stati esclusiva dei ricchi che hanno contrastato con ogni mezzo, anche dopo il default, i tentativi di far pagare le imposte.
E come non ricordare che l'Argentina ha cercato di superare le contraddizioni economiche proprio con operazioni sulla moneta (la parità peso-dollaro) che, una volta diventate insostenibili, hanno provocato il disastro economico.
Le fughe di capitali hanno innescato la crisi economica iniziata nel 2008, replicando uno scenario già visto in Asia 10 anni prima. I mercati finanziari non sono "crollati in proprio", come spiega Chiesa (brutto modo per dire che non si sa il perchè sia successo), ma perchè chi aveva prestato soldi agli americani, vedendo rischi crescenti ha portato via precipitosamente i capitali, lasciando molte imprese senza la possibilità di finanziarsi
Lo testimonia la tabella che trovate qui. Si elencano decine di banche e imprese che hanno prima ricevuto dallo stato e poi restituito allo stato centinaia di miliardi di dollari. La ragione è semplice: a un certo punto i capitali sono fuggiti. Le imprese, non potendo più finanziarsi sui mercati, si sono rivolti ai governi, salvo restituire i soldi una volta che sono tornati disponibili i capitali sui mercati.
In Europa in questi mesi sta succedendo la stessa cosa. Sono sotto tiro gli stati. La Grecia non trova capitali sui mercati finanziari e deve chiederli agli altri partner europei.
Non occorrono dunque complicate teorie che coinvolgono banche centrali, banche private, elite misteriose e quant'altro per spiegare cosa succede, nè per trovare i colpevoli o esprimere dubbi sui piani per affrontare le crisi.
Basterebbe rispolverare Keynes o la Tobin tax o leggere Stiglitz per capire quali danni può provocare la liberalizzazione del mercato dei capitali e per capire dove trovare le spiegazioni e le soluzioni per quanto sta accadendo.
E neppure occorre tirare in ballo misteriose elite di banchieri per spiegare che da decenni prevale in quasi tutti i paesi occidentali una politica di destra, conservatrice, liberista che ha come fine principale, anche se spesso non lo si dice, la redistribuzione della ricchezza a favore dei più ricchi e a sfavore dei più poveri. Basterebbe leggere L'America in pugno di Susan George, Feltrinelli, per capirlo. Poi, se non basta, si può sempre inventare una nuova teoria, magari meno confusa di quella offerta da Giulietto Chiesa.