Rai1 ha di recente mandato in onda la fiction su Adriano Olivetti, geniale imprenditore a capo dell'ominima azienda nata a Ivrea oltre un secolo fa.
L'azienda Olivetti, a lungo un'azienda leader nel settore delle macchine da ufficio, oggi quasi non esiste più, limitandosi a fare da comparsa in settori dominati dai prodotti americani e asiatici. Gli edifici che a Scarmagno, vicino a Ivrea, ospitavano migliaia di dipendenti sono un monumento alla deindustrializzazione.
Olivetti è stata la prima impresa al mondo a costruire un computer, eppure oggi non c'è più. Qualcuno potrebbe storcere il naso e ricordare, come i neoborici, i record di Olivetti, come aver progettato e costruito il primo computer al mondo.
Ma essere stati primi un tempo , soprattutto se arrivare per primi a produrre qualcosa non comporta alcun vantaggio sul mercato. Un conto infatti è inventare un prodotto e conquistare i potenziali acquirenti, rendendo difficile per altri concorrenti entrare in quel mercato, un altro è costruire un prototipo o un bene che magari domina un mercato piccolo, destinato a crescere rapidamente. In questo secondo caso è facile perdere il primato.
non garantisce la possibilità di mantenere il primato
E se qualcuno mai pensasse a un complotto per eliminare Olivetti? Gli si potrebbe rispondere con un nome: Vobis.
20 anni fa era l'azienda tedesca che produceva più computer, aveva successo al punto che Microsoft agli inizi degli anni '90 fece di tutto per arrivare a un accordo con Vobis, convincendoli a adottare il proprio sistema operativo. Ebbe successo e per chi produceva sistemi operativi alternativi fu la fine.
Oggi Vobis cosa produce?
Ha fatto la fine di Olivetti, a ulteriori riprova del fatto che arrivare per primi o essere stati i migliori non significa nulla, checchè ne dicano i neoborbonici.