Gli svizzeri hanno bocciato il referendum denominato 1:12 che puntava a limitare l'importo degli stipendi dei manager a 12 volte la retribuzione più bassa.
Oggi il rapporto tra i dipendenti meno pagati e i manager più pagati è 1 a 200. Se avessero vinto i sì i manager avrebbero subito un enorme taglio dei compensi e reso meno diseguale la Svizzera. Eppure gli svizzeri hanno rigettato la proposta.
La prima ragione è che gli svizzeri hanno paura che i manager cambino paese. La gestione del risparmio e magari del risparmio ottenuto in modo poco lecito è da sempre una grande risorsa per la Svizzera.
Ma altri paesi hanno imparato a fare lo stesso mestiere. Gestiscono i capitali, fanno pagare poche imposte, assicurano il segreto bancario, magari danno una mano a spostare capitali "sporchi". La Svizzera però subisce le pressioni di USA e Unione Europea per rendere trasparenti le attività bancarie e questo mette a rischio il ricco business bancario.
Business che è fatto di posti di lavoro ben retribuiti e imposte pagate da banche, lavoratori e tutti quelli che guadagnano grazie alla gestione dei capitali altrui.
Quindi meglio non correre il rischio che capitali e dirigenti si spostino altrove, magari in qualche piccolo paradiso fiscale su cui USA e UE esercitano poco potere.
La seconda ragione è che c'è già stata una riforma: gli svizzeri hanno deciso che i compensi dei manager nelle società quotate devono essere decisi dall'assemblea degli azionisti e non dal consiglio di amministrazione.
Se gli azionisti decidono circa le remunerazioni dei manager, difficilmente sceglieranno di premiare chi ha fatto male, e ciò consigliava di votare no.
Infine è possibile che ci sia un'altra ragione: la Svizzera è un paese in cui c'è un buon livello di benessere, con buoni servizi a favore di tutta la popolazione che preferisce lasciare le cose come stanno e non correre rischi.