17 novembre 2013

Bonus assunzione

Qualche mese fa il governo ha lanciato il bonus per l'assunzione dei giovani. Il ministro Giovannini aveva previsto 100.000 lavoratori beneficiati, grazie a 800 milioni (500 dei quali destinati al sud) stanziati in 3 anni.

I requisiti richiesti erano molto selettivi: i beneficiari non dovevano avere un diploma, disoccupati, con almeno una persona a carico.

E infatti gli incentivi hanno deluso le attese: le domande pervenute sono state meno di 14 mila.

Un fallimento? Probabilmente sì, sia perchè i requisiti erano troppo stringenti, sia perchè in un periodo di crisi, di investimenti assenti, di aziende che licenziano, incentivare l'assunzione rischia di essere un autogol fin troppo facile da prevedere.

Le aziende non assumono se la domanda non aumenta ma diminuisce, e ancor meno lo fanno le aziende del sud dove la domanda estera, che è la sola domanda che fa crescere alcune imprese, è più debole.

La politica di sostegno all'offerta non è una risposta a problemi che dipendono dalla scarsità della domanda: è un modo per lasciare il problema irrisolto.

Viene il sospetto che il governo stiagiocando a fare l'illusionista: i soldi non utilizzati verranno impiegati in altro modo, stanziati in futuro con tanto di conferenza stampa con un ministro speranzoso e magari una platea attenta e incapace di distinguere una buona politica economica da una pessima e inutile.