Dopo il master, dal curriculum di Giannino sono scomparse pure due lauree. Giannino ha creato un partito che predica la meritocrazia, ma come tanti che invocano il merito non è certo un esempio per gli altri.
Anzi, sembra che la retorica meritocratica sia inversamente correlata alla qualità di chi parla di meritocrazia: chi ha meno qualità dedica molto tempo a parlare di meritocrazia.
Ho sostenuto più volte che dietro talune teorie economiche ultra-liberiste non c'è molto. Si prendono alcune teorie e si finge che abbiano un fondamento o che siano elaborate da prestigiosi economisti. E magari si considera economista chi parla di economia senza averla mai studiata, ma sembra autorevole.
C'è da sperare che i giornali e le televisioni smettano di chiedere un parere a chi sembra autorevole e indipendente e invece è solo un politicante e neanche di successo.
Fare per fermare il declino e la vicenda Giannino sono dunque una fortuna, come avevo spiegato un mese fa (vedi qui).
E poi mi chiedo: che Italia è quella in cui un personaggio con un curriculum inventato dà lezioni, partecipa ben pagato a un'infinità di iniziative come esperto autorevole?
C'è da essere preoccupati, soprattutto se, come probabile, prima o poi Giannino spiegherà di aver pagato caro la scelta di essere onesto, dimenticando di essersi arricchito grazie a altre scelte, non proprio onestissime.
Infine, c'è un particolare interessante: alcuni utenti di Wikipedia avevano scoperto nel 2011 che Giannino non aveva conseguito alcun master, e c'erano parecchi dubbi pure sulle lauree.
Come ho scritto in diverse occasioni, spesso i dati sono a disposizione, ma occorre cercarli. Pochi lo fanno, con buona pace di Beppe Grillo, che pensa che mettere i dati in rete garantisca controlli e lo smascheramento del furbetto di turno.