In questi giorni di campagna elettorale i candidati non mancano le proposte che riguardano l'economia. Come logico, quasi tutte riguardano l'IMU o altre imposte che gravano sulle persone. Imposte salite nel 2012 e colpevoli di aver scatenato una forte recessione.
Invece Bersani fa una proposta interessante: pagare il debito pregresso della pubblica amministrazione. Si tratta di una cinquantina di miliardi di euro che le imprese fornitrici del settore pubblico incassano con forti (e folli) ritardi. Con quali conseguenze?
Se un'impresa non viene pagata o meglio se viene pagata con forte ritardo, può fare due cose: ritardare a sua volta i pagamenti e ricorrere al credito bancario per pagare dipendenti, fisco, inps, fornitori.
L'impresa che non viene pagata, a sua volta ritarda i pagamenti, trasferendo i propri problemi finanziari ai fornitori, che a loro volta faranno lo stesso con i loro fornitori. Inoltre l'impresa si indebita per pagare dipendenti o il fisco, con un aggravio dei costi per l'impresa e con conseguente difficoltà di ottenere altro credito, necessario per far crescere l'attività economica.
A loro volta le banche con clienti che non restituiscono i soldi ricevuti in prestito, hanno difficoltà a concedere altri prestiti, ma anche a raccogliere capitali vista l'insolvenza dei propri clienti.
Dunque la proposta di pagare l'arretrato della pubblica amministrazione è una buona proposta che può avere effetti importanti per l'economia, permettendo a molte imprese di ridurre i debiti verso fornitori per somme che potranno essere complessivamente pari anche a 3-4 volte l'importo pagato dalla pubblica amministrazione, con benefici non solo per le imprese ma anche per il sistema bancario, interessato a farsi restituire i soldi prestati e a concedere nuovi prestiti.