C'è una guerra mondiale non dichiarata in atto da tempo: la guerra delle valute.
La Banca del Giappone, la FED negli USA, la Banca d'Inghilterra e altre banche centrali stanno emettendo grandi quantità di moneta con cui provano a risolvere qualche problema economico: comprano titoli di stato, mantenendo bassi i tassi di interesse, e servono a recuperare competitività attraverso la svalutazione.
I problemi comuni a un pò tutte le economie dei paesi industrializzati sono la bassa crescita, il debito elevato e la forte mobilità dei capitali. Quest'ultima rischia di mettere in crisi i conti pubblici: se i capitali abbandonano i titoli di stato di un paese, come successo in Italia nell'autunno 2011, i tassi salgono e con essi la spesa (pubblica) per interessi, che a sua volta rende più difficile un intervento pubblico a sostegno della domanda e quindi più facile il peggioramento dell'economia.
Se invece la banca centrale acquista titoli del debito pubblico, i tassi di interesse restano bassi. Una bassa spesa per interessi non può che far bene ai conti pubblici e alle imprese, favorite inoltre dalla svalutazione della moneta, che rende più competitive le esportazioni del paese che svaluta.
Stati Uniti, Giappone, Gran Bretagna, Cina e altri paesi stanno facendo proprio questo: creano moneta, finanziano il debito e svalutano la propria moneta nel tentativo di rendere più competitivi i propri prodotti sui mercati stranieri.
Quest'ultimo obiettivo non sempre è facile da realizzare: se tutti i paesi industrializzati svalutassero nello stesso modo, i vantaggi sarebbero limitati.
E l'Europa? C'è la guerra, una guerra mondiale delle valute, e l'Europa sta a guardare, ostaggio della politica monetaria tedesca che non prevede il ricorso alla moneta per comprare titoli e le svalutazioni competitive.
Le conseguenze si vedono: anche la Germania è in difficoltà, cresce ma troppo poco mentre in gran parte dell'Europa occidentale prevale la recessione, la disoccupazione raggiunge livelli altissimi e i conti pubblici costringono i cittadini a subire enormi sacrifici.
C'è la guerra ma l'Europa, o, meglio, questa Europa dominata dalla Germania, non la combatte. Resta a guardare e conta i danni.