Dopo 9 mesi, oggi lo spread è sceso sotto quota 300.
Un buon segnale dovuto in gran parte al taglio del debito greco. La Grecia ha un PIL di circa 200 miliardi di euro e circa 300 di debito.
Il rapporto debito/PIL dovrebbe scendere a livelli più ragionevoli, attorno al 120% verso il 2020, ma è un obiettivo impossibile da raggiungere perché significa ottenere un surplus pari almeno al 4-5% del PIL all'anno in uno Stato dove il PIL scende velocemente e anche l'obiettivo di pareggio di bilancio è lontano.
Dunque non resta che prendere atto che servono misure drastiche come la riduzione del debito (e magari anche un rifinanziamento del debito a tassi molto bassi).
Oggi s'è fatto un passo avanti: la Grecia ha ricomprato un pò dei propri titoli. Un titolo greco che abbia un valore nominale di 100 euro, vale oggi dai 30 ai 40 euro. Se lo Stato compra il titolo per 30-40 euro, riduce il debito di 60-70 euro per ogni 100 euro di valore nominale acquistato.
Il riacquisto (buy back) del debito non può funzionare per tutto il debito, perchè gli acquisti fanno salire il prezzo di vendita del debito, riducendo il guadagno dell'acquirente e dunque diminuendo l'impatto positivo sulle dimensioni del debito. Inoltre richiede grandi quantità di denaro che la Grecia non possiede.
Serviranno quindi altri interventi per ridurre il debito, a cominciare da una soluzione tanto semplice quanto radicale: il condono di parte del debito.
Succederà, ma non prima di un anno, prima cioè delle elezioni politiche tedesche che si svolgeranno a settembre del prossimo anno. I conservatori tedeschi hanno promesso che il salvataggio della Grecia non costerà un euro ai tedeschi. Non succederà, ma almeno fino a settembre devono farlo credere ai loro elettori, anche se questo significa sofferenze per la Grecia e difficoltà economiche per il resto d'Europa.