02 luglio 2012

Dimissioni che non importano a nessuno

Cinque mesi fa mi ero occupato di uno scandalo che riguardava il mondo bancario (vedi qui): c'erano in corso inchieste riguardanti molte banche principali che si mettevano d'accordo sottobanco per modificare i tassi libor e euribor e guadagnare di più.

Negli scorsi giorni uno dei più importanti banchieri inglesi, il presidente di Barclays, ha rassegnato le dimissioni e anche l'amministratore delegato, Bob Diamond, è a rischio: i parlamentari e l'opinione pubblica vogliono le sue dimissioni e lui resiste, difeso dagli azionisti.

Barclays ha poi pagato 290 milioni di sterline di multa, mentre un'altra banca, RBS (Royal Bank of Scotland) potrebbe subire la stessa sorte: multa di 150 milioni e pubblico attacco del governatore della Banca d'Inghilterra, Mervyn King, che ha criticato le banche e soprattutto i bonus milionari dei banchieri.

Dunque una resa, sia pure parziale, di banche operative sulla più importante piazza finanziaria europea, Londra? Una vittoria di chi s'è scandalizzato per i disastri provocati dalle banche negli anni scorsi, causa della crisi?

Forse no, l'interesse dell'opinione pubblica sembra concentrato su altri argomenti, come le scelte tedesche e gli effetti sullo spread. Delle banche forse non importa più molto. Di sicuro nessuno pensa che la punizione dei banchieri sia la soluzione ai mali dell'economia.