28 giugno 2012

L'intelligente proposta di Monti

Domani si apre a Bruxelles il Consiglio UE dei capi di stato e di governo che prenderà - si spera- decisioni importanti per l'economia dell'eurozona.

Da un anno siamo alle prese con la questione spread, il differenziale tra il rendimento dei titoli italiani a 10 anni e i titoli tedeschi di uguale durata. Fino a novembre lo spread è salito, poi è sceso con il cambio di governo ma solo temporaneamente.

Quando sono emerse le debolezze economiche spagnole e s'è aggravata la situazione greca, lo spread verso i bund tedeschi è tornato su livelli preoccupanti, anche se i nostri titoli hanno un rendimento (e quindi uno spread) inferiore a quello spagnolo, mentre qualche mese fa gli spagnoli godevano di uno spread migliore del nostro.

Un miglioramento relativo che dipende dai sacrifici imposti all'economia italiana nel tentativo di raggiungere il pareggio di bilancio nei prossimi anni. Ma anche una magra consolazione: se lo scopo della riforma delle pensioni e del lavoro, e delle maggiori imposte era far scendere a livelli ragionevoli il rendimento dei titoli, allora la ricetta non funziona: il rendimento dei nostri titoli decennali resta alto, trascinato dai problemi spagnoli.

Come affrontare il problema di un paese che ha fatto i "compiti a casa" voluti dai tedeschi, dalla BCE e dall'UE e non riesce a trarne vantaggio, se non in piccola misura?

Mario Monti ha elaborato una proposta intelligente: usare i fondi Efsm-Esm per comprare i titoli dei paesi virtuosi e abbassarne lo spread.

Lo spread infatti sale quando le banche e i fondi stranieri vendono i titoli italiani. Per effetto delle vendite il loro prezzo scende e il rendimento sale, con la possibilità, inoltre, di una speculazione al ribasso: si vende con la speranza che altri facciano altrettanto e di acquistare a prezzi più bassi.

Per invertire la rotta servono ingenti acquisti di titoli, tali da convincere gli speculatori che il prezzi sono destinati a salire e gli spread a scendere. In tal caso gli speculatori smetterebbero di vendere i titoli e inizierebbero a comprarli, contribuendo a fare salire i prezzi e a scendere i rendimenti.

L'acquisto dei titoli assicurerebbe in ogni caso un guadagno all'acquirente, che comprerebbe a -supponiamo- 75 centesimi un titolo che al momento della scadenza dà diritto a incassare 1 euro. Se poi il prezzo del titolo salisse (da 75 centesimi a 85), si potrebbe venderlo, una volta che lo spread è sceso, garantendo un guadagno ai fondi Efsf-Esm.

Infine, concentrando gli acquisti solo sui titoli di paesi virtuosi, ovvero dei paesi che hanno fatto i "compiti a casa", gli altri paesi sarebbero incentivati a raggiungere gli obiettivi di bilancio voluti dall'UE, perché in caso contrario non otterrebbero aiuti e il loro spread peggiorerebbe.