Standard & Poors considera spazzatura i titoli di stato greci, svenduti a prezzi da realizzo, tanto che il loro rendimento ha raggiunto il 17%.
Perchè oggi nessuno è disposto a offrire soldi alla Grecia o almeno non a tassi ragionevoli?
Il precedente governo greco ha speso troppo e ha incassato troppo poco, e, soprattutto, ha mentito sul deficit dei conti pubblici, molto peggiore di quanto spiegato negli anni passati dal governo di allora, guidato dai conservatori.
Il nuovo governo socialista ha deciso di intervenire con un insieme di tagli e aumenti delle imposte che i greci non gradiscono. Ma non è bastato a placare la speculazione che ha l'effetto di far salire i tassi che i greci dovrebbero pagare, al punto che il governo ha dichiarato di non poter più trovare capitali sui mercati.
A cominciare dalla prossima scadenza: il 19 maggio scadono titoli pubblici greci per 9 miliardi e il governo greco non sa come finanziarsi.
L'unica soluzione possibile è un intervento europeo. L'Europa deve prestare alla Grecia i soldi di cui ha bisogno. In cambio deve imporre un drastico miglioramento dei conti pubblici.
L'Italia tirerebbe fuori 5,5 miliardi, remunerati ad un tasso del 5%. Un buon rendimento, e, visto che il governo italiano paga molto poco i BOT (1-2%), un guadagno netto dai 100 ai 200 milioni l'anno.
L'intervento andrebbe fatto subito, prima che la speculazione faccia ulteriori danni. Ma non succede perchè il 9 maggio si vota in Renania-Nord Westfalia e Angela Merkl ha paura di perdere un pò di voti se dice prima di allora che vuole aiutare la Grecia.
Così la riunione dei paesi europei per salvare la Grecia è stata fissato per il giorno successivo le elezioni, il 10 maggio, 9 giorni prima della scadenza dei titoli greci.
Nel frattempo la speculazione si scatenerà, col rischio di far crollare la fiducia, già bassa, dei consumatori e delle imprese europee e di far salire i tassi di interesse.
Tutti noi rischiamo di pagare pesantemente la campagna elettorale della cancelliera Merkl. Per qualche migliaio di voti in più rischiamo di pagare interessi più alti, il crollo della fiducia nell'economia, le borse in picchiata (in un solo giorno, oggi, il valore delle borse è sceso di 160 miliardi, che è pari alla metà del debito pubblico greco), e la diffusione della crisi ad altri paesi.
Purtroppo nessuno invierà il conto ad Angela Merkl e agli elettori della Renania-Nord Westfalia che non cambieranno idea sulla signora Merkl e che, vedendo crescere i profitti della propria banca, impegnata nelle speculazioni contro i titoli greci, si convinceranno che la crisi sta per finire.
Il commento di Prodi (clicca qui)