04 aprile 2010

Lo SCEC


Da qualche anno esistono, almeno sulla carta, delle monete definite locali o alternative. Come lo SCEC. Come funziona?

Lo SCEC non può essere una moneta. Sarebbe illegale emettere una vera moneta. E' definito uno sconto "che cammina", perché utilizzabile da chi lo riceve.
Mentre il normale buono-sconto favorisce l'acquirente, lo SCEC può essere utile anche per il negoziante, che può usare il buono sconto per i suoi acquisti. Un motivo in più per aderire al progetto SCEC.

Ma non è tutto oro quel che luccica, perchè le condizioni nelle quali si può usare lo SCEC sono piuttosto restrittive, come si capisce leggendo l'elenco dei partecipanti.

Lo SCEC non si può usare in supermercati o pompe di benzina, ad esempio. Il margine di guadagno non consentirebbe di applicare sconti, specie se del 10-20% offerto da quasi tutti i partecipanti all'arcipelago SCEC.

Lo SCEC copre solo una parte, fino al 10-20%, del prezzo e a volte solo se si spende una somma superiore a un minimo prestabilito. Ciò riduce l'effettiva convenienza dello SCEC.

Lo sconto serve a conquistare nuovi clienti o ad aumentare il giro d'affari in certi periodi
dell'anno, come succede con i saldi o con i parrucchieri che applicano lo sconto in taluni giorni della settimana. Se vale sempre ed riutilizzabile, si rischia un calo delle entrate. Compensato magari da un aumento dei prezzi, che renderebbe illusorio, per il consumatore, lo sconto.

Ma è anche dubbio che lo sconto "cammini" davvero. Se il pizzaiolo riceve 100 euro in SCEC e li vuole usare, dovrebbe spendere 1000 euro: chi partecipa allo SCEC accetta di solito che il 10% delle proprie fatture sia pagate in SCEC.

Difficile immaginare che tutti quelli che ricevono gli SCEC poi li usino davvero e, se anche accadesse, saremmo pur sempre in prensenza di normali buoni-sconto, di solito offerti da chi produce biscotti o detersivi per aumentare le vendite e svuotare i magazzini.