Come finanziare il taglio IRAP? La presidente di Confindustria elenca diverse spese che definisce "improduttive" per almeno 15 miliardi di euro; Ferruccio De Bortoli a Ballarò ha spiegato che lo stato spende circa 200 miliardi di beni intermedi e che si potrebbe risparmiare almeno un 5-10%.
In pratica suggeriscono di ridurre la spesa pubblica.
L'intento di ridurre la quantità di soldi spesi male è certamente lodevole, come anche la volontà di salvare le imprese in difficoltà. Ma siamo proprio sicuri che il taglio della spesa pubblica sia necessaria in un momento di difficoltà dell'economia?
"L'aspetto fondamentale di una recessione" ha scritto il premio Nobel John Kenneth Galbraith (1) "è una riduzione, per qualunque motivo, nel flusso della domanda effettiva... ne risulta una contrazione della produzione e dell'occupazione, con efetto cumulativo dovuto alla reazione delle imprese e dei consumatori che si vedono ridotto il proprio potere d'acquisto".
Dunque in un periodo di recessione meglio aumentare la domanda (pubblica e privata) e non ridurla, se non si vuole aggravare la situazione.
Ma la riduzione della domanda (pubblica) è il progetto di molti, che paiono dimenticarsi che se si riduce la spesa pubblica la domanda diminuisce e nulla garantisce, specie in un periodo di grosse difficoltà per l'economia, che lasciare più soldi nelle tasche delle imprese faccia aumentare la domanda privata in modo da compensare la riduzione della domanda pubblica.
La domanda pubblica viene invece associata al concetto di improduttività e di spreco.
E' dunque legittimo sospettare che dietro alla richiesta di ridurre l'IRAP ci sia solo il privatissimo interesse di chi punta a ridursi le imposte e un totale disinteresse per l'andamento della domanda, della produzione e dell'occupazione: ognuno per sè e frottole economiche per tutti.
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(1) J.K.Galbraith La cultura dell'appagamento, Rizzoli, pag. 86