09 luglio 2011

Come guadagnano gli speculatori (e cosa non si racconta)


La giornata di venerdì è stata pesantissima per le borse europee e in particolare per quella italiana.

L'indice principale, il FTSEMIB, ha perso il 3,47% in una sola seduta, e a rimetterci sono stati soprattutto i titoli bancari. IntesaSanPaolo perde il 4,56%, Unicredit il 7,85%, il Banco Popolare il 6,46% e il Monte dei Paschi di Siena il 3%.

S'è scoperto all'improvviso che le banche sono inaffidabili? No, molte hanno di recente hanno aumentato il proprio capitale e oggi sono più solide che in passato.

La speculazione internazionale ha invece colpito i titoli di stato, oggetto di vendite. Il valore dei titoli è sceso mediamente dell'1% (vedi qui le quotazioni) e ne hanno risentito le banche che possiedono un ricco portafoglio di titoli pubblici, ma anche le altre aziende quotate perché si annuncia un aumento del costo del denaro.

Il prezzo dei titoli di stato diminuisce e il rendimento sale. I BTP in scadenza nel marzo 2021, con cedola al 3,75%, valgono 90: cioò significa che si paga 90 euro per incassarne 100 alla scadenza oltre a 3,75 centesimi di interesse all'anno.

Il rendimento si avvicina al 5,30%: 3,75 euro di interessi per un investimento di 90 euro significano un rendimento del 4,16% a cui si aggiunge un guadagno di 10 vale a dire la differenza tra il prezzo di rimborso (100 euro) e il prezzo di acquisto del titolo (90 euro). 10 euro guadagnati in 10 anni su un investimento di 90 vogliono dire un altro 1,11% annuo di rendimento. Totale 5,27% all'anno per 10 anni.
Lo speculatore vende, ma come guadagna?

Se la vendita improvvisa di una grande quantità di titoli innesca ulteriori vendite, lo speculatore può comprare gli stessi titoli a un prezzo inferiore.

Le vendite innescano altre vendite perchè prevale la paura di perdite, ma anche perché i titoli servono come garanzia per i prestiti: se il loro prezzo diminuisce, chi ha prestato i soldi chiede di integrare le garanzie e il debitore può scegliere di vendere i titoli e restituire i soldi ottenuti in prestito.

Poi c'è un altro modo di guadagnare, di tipo indiretto.

Lo speculatore si procura titoli derivati che fanno guadagnare se il valore delle azioni diminuisce. Poi si vendono i titoli di stato, come è successo venerdì, e anche le azioni, come quelle bancarie (i titoli bancari scendono da un minimo del 3% a un massimo vicino all'8%).

I titoli derivati regalano un guadagno, che si reinveste per esempio in azioni di società solide, come le banche, che con buona probabilità riacquisteranno il valore perduto, regalando allo speculatore un ulteriore guadagno.

Questo è il gioco della speculazione o almeno una versione semplificata. Chi guadagna e chi perde?

Naturalmente guadagna chi organizza la speculazione, mentre perde soldi chi si fa prendere dal panico o chi non può fare a meno di vendere i titoli che stanno perdendo valore.

Poi c'è un costo collettivo: i rendimenti dei titoli di stato aumentano e questo significa che le prossime emissioni di titoli dovranno offrire un tasso di interesse più elevato. Altrimenti gli investitori preferiranno comprare i titoli in circolazione.
Gli speculatori sono spietati. Si arricchiscono anche a costo di far salire alle stelle la spesa per interessi dei paesi presi di mira.

La cattiva notizia è che potremmo essere solo all'inizio. La Consob cerca di correre ai ripari e potrebbe decidere di vietare le vendite allo scoperto, come annuncia corriere.it (vedi qui).

La buona notizia, non raccontata, che i cali di borsa stanno offrendo anche al piccolo risparmiatore buone occasioni di guadagno.

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