Ultimamente il governo, tra le varie proposte volte a combattere l'evasione fiscale, sta proponendo l'applicazione nelle transazioni intermedie il "reverse charge".
Vediamo come funziona e perché dovrebbe combattere l'evasione.
Nella contabilità classica, quando compro per 122, la somma è composta da 100 di imponibile e 22 di IVA.
Questi 22 sono iva che ho pagato al fornitore e rispettivamente sono:
per il fornitore iva a debito (perché ha venduto)
per l'acquirente (me) iva a credito (perché ho comprato)
Quando vado a vendere, venderò poniamo per 300 (in questo caso 200 è appunto il valore aggiunto) + IVA, quindi a 366, dove 66 sarà per me iva a debito.
Ogni mese (o trimestre) devo liquidare l'IVA facendo la differenza tra IVA a debito e IVA a credito, quindi:
66 - 22 = 44
Il mio debito IVA sarà di 44, che verserò allo stato con l'F24. In questo modo, se ci sono molti passaggi, ogni passaggio aggiungerà un pezzetto di valore aggiunto e il versamento dell'IVA sarà frazionato su tanti soggetti.
Il reverse charge invece fa sì che il versamento dell'IVA sia tutto a carico dell'ultimo soggetto che vende al cliente finale, che per definizione non detrae l'IVA, essendo questa un'imposta sui consumi.
Vediamo come funziona:
Quando il mio fornitore emette la fattura, sarà riportato solo l'imponibile, quindi, seguitando sull'esempio precedente, 100, indicando la non imponibilità ai sensi dell'articolo di legge apposito.
Quando ricevo la fattura dovrò, contabilmente, aggiungere l'IVA sulla fattura di acquisto (22) e contemporaneamente emettere una autofattura contabilizzando il solo valore dell'IVA a debito.
In pratica, esattamente come avviene per gli scambi intracomunitari, dovrò registrare contemporaneamente l'IVA a credito e a debito, questo per far sì che l'operazione rientri nel volume di affari (altrimenti era troppo facile).
Quando poi vado a rivendere, venderò a 300 senza applicare l'IVA, indicando a mia volta che l'imponibile non è soggetto a IVA per effetto del reverse charge.
L'effetto pratico, a parte i tecnicismi contabili, è che compro e vendo senza applicare l'IVA e che il valore aggiunto, di passaggio in passaggio aumenta.
L'ultimo anello, quello che vende al pubblico privato, invece comprerà in regime di reverse charge, ma dovrà applicare l'IVA che sarà calcolata sul valore finale di vendita.
In pratica, il versamento dell'IVA, invece di essere frazionato per tutta la molteplicità di soggetti intermedi, sarà addossata solamente all'ultimo soggetto che in genere è la GDO (grande distribuzione organizzata).
Questa semplificazione serve per eliminare le frodi IVA, infatti con l'applicazione del reverse charge sarà sufficiente tenere sotto stretto controllo solo la GDO che verserà tutta l'IVA della catena. Già da oggi la GDO emette scontrini non fiscali in quanto trasmette in telematico gli incassi giornalmente.