26 maggio 2014

Elezioni

Le elezioni hanno riservato molte sorprese piacevoli (e anche qualche dispiacere: non ce l'ha fatta l'amico Luca, in un piccolo comune del Monferrato) per gli elettori progressisti e anche per l'economia italiana.

La vittoria del PD di Renzi e il Nuovo Centro Destra che raggiunge il quorum hanno tranquillizzato i mercati. Lo spread è ridisceso verso quota 160 e la borsa ha festeggiato con un forte balzo, oltre il 3,6% in una sola seduta.

E' una buona notizia perchè, non mi stancherò mai di dirlo, uno spread basso significa meno soldi spesi per pagare gli interessi sul debito pubblico e quindi meno problemi di bilancio, più risorse per alimentare la domanda, meno difficoltà per finanziarsi a tassi più bassi.

Il grande sconfitto è Beppe Grillo che, da pensionato, critica l'Italia dei pensionati che ha deciso di non votarlo. Considerazione che stimola due riflessioni.

La prima riflessione riguarda il marketing: un partito (movimento, se preferite) che fa del marketing il motore della propria attività politica e punta sui giovani sempre connessi in rete, si lamenta di aver perso per colpa dei pensionati, che invece premiano il partito di un presidente del consiglio di 38 anni.

Sembra una barzelletta. Un partito guidato da un 65-enne che non si rende conto che in Italia ci sono milioni di anziani pensionati ma si rivolge ai giovani, felici di inneggiare al leader pensionato, che, una volta sconfitto, se la prende con i suoi "colleghi" pensionati.

Vorrei conoscere il genio del marketing che guida le scelte di Grillo.

La seconda riflessione è di carattere economico: perchè un pensionato dovrebbe votare per un partito/movimento che promette una sorta di rivoluzione economica che metterebbe in pericolo la sua pensione e i suoi risparmi, presumibilmente investiti in buona parte in titoli di Stato?

La maggior parte degli individui preferisce il certo all'incerto, ovvero preferisce un guadagno più basso ma certo a uno più alto e rischioso, specie in momenti della vita che suggeriscono alle persone di assumere meno rischi.

Due buone ragioni, quindi, per non votare i pentastellati.