19 ottobre 2013

Stabilità

Si può fare una legge di stabilità che sia generosa verso i consumatori, le imprese e lo stato rispettando il vincolo di bilancio imposto dai patti europei e dalla necessità di non far salire i tassi di interesse?

Certo che no. Si spiegano così i tanti mal di pancia di fronte al progetto del governo, al punto da portare Mario Monti a dimettersi da Scelta Civica e Stefano Fassina a minacciare, per ora, di lasciare il governo.

Monti (e insieme a lui Fassina) avrebbero voluto mantenere l'IMU sulla prima casa, che invece il Pdl ha preteso prima di eliminare e poi di trasformare in una service tax finalmente federalista. Uno dei tanti contrasti tra forze politiche che offrono valori e politiche differenti.

Impossibile accontentarli tutti, e quindi s'è scelto il compromesso: un pò di soldi ai lavoratori, un pò di detrazioni in meno, un pò di imposta sulla casa, un pò di federalismo e così via.

Tutti un pò contenti e tutti delusi, con qualcuno che se ne va perché le sue proposte non sono state prese in considerazione.


Leggendo le proposte (vedi qui) mi pare che un indubbio merito la legge di stabilità ce l'abbia: si punta a non creare ulteriori squilibri, a non creare shock.

Due anni fa Mario Monti introdusse nella sua legge di stabilità molte novità, a cominiciare dall'IMU. L'austerità ha messo al tappeto l'economia, facendo crollare PIL, consumi e occupazione e creando un'Italia più insicura e instabile.

Per far crescere l'Italia servirebbero provvedimenti nella direzione opposta: meno imposte, più investimenti. Non è possibile, ma almeno si possono evitare altri shock all'economia, con una manovra che cerchi di distribuire i sacrifici.

E' questo l'aspetto positivo della legge di stabilità: sembra ispirata al nome della legge, promette stabilità per i cittadini che devono fare i conti con una pressione fiscale elevata e temono di dover fare i conti con nuove imposte, cerca di far intravedere agli italiani un futuro non roseo ma più tranquillo, che permetta a molti di incominciare a spendere qualche soldo in più, senza il timore di novità clamorose che spingono i consumatori a risparmiare di più e spendere di meno.