14 novembre 2012

Visco, il deficit e il debito

Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia, ha spiegato oggi qualcosa di assai banale...o forse no?

Fino a quando lo Stato spenderà più di quanto incassa -ha detto Visco- il debito salirà. Una banalità, dicevo, o forse no, perché viene il sospetto che abbia spiegato il concetto a una platea che non sa molto dell'argomento.

Per cui è bene spiegare cosa sono deficit e debito e come si formano.

Immaginate che domattina nasca un nuovo stato, che offre ai propri cittadini alcuni servizi, come la sanità o la scuola, e li finanzia facendo pagare tasse e imposte.

Ogni mese paga gli stipendi agli insegnanti e ai medici, ai magistrati e ai militari e paga le fatture ai fornitori, e contemporaneamente chiede ai cittadini di pagare le imposte.

Cosa succede se le imposte non bastano a pagare le spese? Succede una cosa semplice: servono soldi e lo stato cerca qualcuno che glieli presti, ovvero si indebita.

E' così che ha inizio il debito pubblico. Debito dello stato verso chi lo finanzia acquistando titoli del debito pubblico come i BOT e i CCT.

A fine anno lo stato fa i conti: ha speso 105 e ha incassato solo 100. La differenza è il deficit di quell'anno ed è stato finanziato indebitandosi. Il debito ammonta a 5.

L'anno successivo lo stato continua a spendere più di quanto incassa. Spende 110 e incassa 103. Il deficit è dunque pari a 7 e anch'esso è finanziato con debiti. Al debito del primo anno, pari a 5, si aggiunge un altro debito pari a 7. Il debito complessivo sale a 12.

Lo stesso accade il terzo, poi il quarto anno e così via. Il debito aumenta anno dopo anno.

Quando il debito pubblico smette di aumentare? Quando lo stato non chiude più il bilancio in deficit vale a dire quando le entrate non sono più inferiori alle uscite.

Ed è quello che ha detto Ignazio Visco, aggiungendo che non basta far leva sulle imposte per raggiungere il pareggio di bilancio e quindi fermare la crescita del debito pubblico italiano. Serve anche crescere.