
“Il disordine attuale delle unità monetarie in tutti i paesi del mondo, le difficoltà degli scambi derivanti dall’incertezza dei saggi di cambio tra un paese e l’altro e più dalla impossibilità di effettuare i cambi medesimi, hanno reso evidenti agli occhi di tutti il vantaggio che deriverebbe dall’adozione di un’unica unità monetaria in tutto il territorio della federazione. Il vantaggio del sistema non sarebbe solo di conteggio e di comodità nei pagamenti e nelle transazioni interstatali. Questo sarebbe piccolo in confronto di un altro di gran lunga superiore, che è l’abolizione della sovranità monetaria dei singoli Stati in materia monetaria. Chi ricorda il malo uso che molti Stati avevano fatto e fanno del diritto di battere moneta non può aver dubbio rispetto all’urgenza di togliere ad essi siffatto diritto. Esso si è ridotto, in sostanza, al diritto di falsificare la moneta, cioè al diritto di imporre ai popoli la peggiore delle imposte, peggiore perché inavvertita, gravante assai più sui poveri che sui ricchi, cagione di arricchimento per i pochi e di impoverimento per i più, lievito di malcontento per ogni classe contro ogni classe sociale e di disordine sociale. Se la federazione europea riuscirà a togliere ai singoli Stati federati la possibilità di far fronte alle opere pubbliche facendo gemere il torchio dei biglietti e li costringerà a provvedere unicamente con le imposte o con i prestiti volontari, avrà per ciò solo compiuto opera grande.”