La catena di S.Antonio (detta anche piramide o Ponzi game) è una truffa assai banale. Il truffatore convince delle persone a affidargli i risparmi con la promessa di un rendimento elevato, e usa i soldi raccolti per pagare gli interessi. Il truffato è tranquillo, almeno finchè gli interessi arrivano abbondanti e il truffatore può fare quel che vuole con i soldi altrui, almeno finchè non si scopre la truffa.
La truffa è scoperta quando troppi clienti chiedono indietro i soldi. Il truffatore, se è prudente, tiene un pò di contanti, quanto basta per rimborsare qualche cliente e continuare a raccogliere denaro. Ma prima o poi la raccolta di nuovi capitali si esaurisce e la truffa viene a galla.
E' quanto successo a Roma, con l'Egp, una finanziaria che ha truffato molti clienti danarosi, come l'ex calciatore Rizzitelli o l'attore Davide Riondino.
A capire che si trattava di una truffa è stata la criminalità organizzata. Quando esponenti di una famiglia criminale hanno chiesto indietro i soldi, ricevendo qualche scusa, hanno capito cosa succedeva e hanno minacciato il truffatore. Il quale s'è rivolto alle forze dell'ordine che hanno voluto vederci chiaro.
Sono saltati fuori così nomi e cifre: calciatori, attori, gente famosa che aveva affidato alla Egp somme anche ingenti e adesso spera che i truffatori non se li siano mangiati.
Come mai succedono queste cose? O meglio, come mai coinvolgono persone che non dovrebbero farsi ingannare così platealmente?
Certo c'è l'ingordigia di chi non si accontenta di un rendimento normale che, applicato a somme elevate, garantisce comunque un buon guadagno. Poi c'è l'ignoranza di chi, non conoscendo le regole sulla raccolta del pubblico risparmio, si affida a chi non può svolgere tale mestiere o lo fa in modo irregolare.
Basta a spiegare perché in queste vicende siano coinvolti personaggi famosi che, visto il conto corrente, potrebbero rivolgersi a qualche esperto di private banking? Forse no.
C'è un'altra possibile spiegazione, di tipo psicologico: i "vip" sono, chi più chi meno, abili venditori. Certo ci vuole talento per giocare a calcio ad alti livelli o per recitare in teatro, ma non basta a garantirsi guadagni elevati. Occorre anche un pubblico.
Ci sono giornalisti (si pensi a Travaglio o alla coppia Stella e Rizzo) il cui successo non dipende dalla capacità di scrivere, ma dall'aver saputo individuare una tematica che piace ai lettori.
Un calciatore ottiene contratti importanti se, oltre a giocare bene, attrae gli sponsor. Conta l'immagine, il look o la fidanzata famosa. Deve colpire la fantasia di chi lo guarda, come succede all'attore, per il quale conta più inventare un nuovo personaggio che saper recitare bene.
Insomma il vip è un venditore che ha fatto le mosse giuste per conquistare il pubblico e ottenere successo. Ha un suo piccolo segreto e forse crede, come ogni buon venditore, all'immagine che offre di sè o alla validità del prodotto (o servizio) che offre.
Due buone ragioni per fidarsi di altri venditori, non mescolarsi con gli altri clienti di una banca e credere all'opinione di un altro vip finendo, talvolta, nelle mani di un truffatore.