03 ottobre 2010

La Chiesa e i soldi nell'era di Berlusconi


Mentre si discute delle bestemmie di Berlusconi, quasi assolto da monsignor Fisichella, oggi il Papa va a Palermo. Tra le polemiche Regione e comune spendono 2 milioni di euro (vedi qui). Polemiche simili a quelle registrate in occasione del viaggio del Papa in Inghilterra. Soldi e pedofilia gli oggetti del contendere.

Uno spreco? Per il cardinal Bagnasco, presidente della CEI, lo spreco è un altro (vedi qui). Naturalmente non il proprio ma quello degli altri, in questo caso quello dei panificatori che, facendo gli affari propri, producono più di quanto serve.

Qualcuno s'è reso conto che la Chiesa predica bene ma razzola male, a volte. L'effetto è la riduzione dell'otto per mille, che induce Bagnasco a avvertire i preti (vedi qui): dovete darvi da fare per raccogliere soldi perché quelli che arrivano dall'otto per mille stanno diminuendo.

Gli scandali dei preti pedofili che non vanno in carcere (e se ci vanno non ne parla nessuno, come sta accadendo con il parroco di Alassio) fanno diminuire le entrate e viene il sospetto che qualche sacerdote possa ricorrere a madonne piangenti e viaggi in santuari guardati con sospetto dal Vaticano, come Medjugorie. Il business della religione che offre miracoli a buon mercato rende bene (vedi qui).

E forse qualche madonna piangerà davvero se l'Unione Europea costringerà l'Italia ad abolire i privilegi della Chiesa in fatto di ICI (vedi qui).

Qual è la morale di tutto ciò?

Pare allargarsi il divario tra chi crede e chi no, tra chi si affida ai miracoli e alle madonne piangenti, o non si scandalizza delle spese per i viaggi papali e chi si ribella agli scandali e decide di usare diversamente l'otto per mille.

Populismo, esaltazione delle differenze, doppia morale e soldi. La Chiesa non pare tanto diversa dal resto d'Italia dove domina una destra che si dimentica degli scandali de l'Aquila con la stessa velocità con cui Fisichella (il monsignore, non il pilota) corre in soccorso un presidente del consiglio che bestemmia.