11 gennaio 2011

Qual è la sola industria che tira in Italia?

Qualcuno un pò smaliziato si sarà già dato una risposta, pensando al lavoro più antico al mondo e a chi lo svolge.... no, non è così. Non esistono statistiche serie sull'argomento.

Invece il Budget dello Stato per il triennio 2011-2013 (vedi qui), spiega quanto pensa di spendere il ministro Tremonti nel resto della legislatura.

Sette pagine (pagg.10-16) riassumono le previsioni di spesa. Se si confronta la spesa prevista per il 2011 con le previsioni per il 2013 si trova qualche dato sorprendente.

C'è la crisi, lo sappiamo. Ci aspetteremmo più risorse per la ricerca, per la scuola, l'industria, l'agricoltura e i servizi.

E invece tutte le spese legate alla produzione e al lavoro diminuiranno e non di poco.

Per l'agricoltura si spenderà il 20% in meno con un taglio di 143 milioni dei 738 spesi nel 2011. Per lo sviluppo e la competitività delle imprese il taglio si avvicina al 50%: meno 1,7 miliardi dei 3,7 previsti nel 2011.

I 7,7 miliardi spesi nei trasporti scenderanno a 6,8 (-13% circa) e un taglio percentuale simile riguarderà la voce infrastrutture pubbliche e la logistica, e le comunicazioni.

Meno penalizzata è la voce ricerca e innovazione: solo 119 milioni in meno su 3,2 spesi nel 2011. In compenso la scuola perde 1,5 miliardi dei 40 spesi nel 2011 e l'università spenderà 100 milioni in meno, partendo da oltre 7 miliardi.

Di fronte a una situazione del mercato del lavoro difficilissima, il governo taglia: meno 550 milioni dei 4515 milioni previsti nel 2011.

Insomma un disastro per un paese dove l'economia arranca, l'occupazione ancor di più e in tanti non intravedono alcuna speranza per il futuro, tanto che anche la famiglia è penalizzata, con aiuti quasi dimezzati (da 52 a 31 milioni).

Infine anche i trasferimenti alle regioni per coprire i buchi nella sanità diminuiranno: 5 miliardi in meno, imponendo tagli e aumenti delle imposte regionali (se n'era parlato qui).

Ma torniamo alla domanda del titolo: cosa aumenta?

Tre voci, in sostanza: le spese per la difesa (+900 milioni su 19 miliardi del 2011), la cassa integrazione (i trasferimenti per pagare la cassa saliranno da 25 a 26 miliardi di euro circa) e gli aiuti alle aree meno sviluppate che passano da poco più di 8 miliardi a quasi 10.

Insomma ci aspetta un paese che aiuta di meno le imprese private e i lavoratori, a meno che siano in cassa integrazione, e che pensa solo a giocare alla guerra.

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