In teoria - parole di Tremonti - il più sarebbe fatto, ma in realtà a parte le linee guida, quasi tutto sarebbe demandato a dei regolamenti e non a delle leggi.
Il poco che si capisce è che, a mio parere, le tasse in generale aumenteranno.
Dunque, allo stato attuale le regioni avranno una compartecipazione dell'IVA e potranno aumentare l'IRPEF. Quindi l'IVA in parte andrà allo stato e in parte alla regione e l'addizionale IRPEF diverrà una parte importante della tassazione, in quanto dal 2013 per le regioni in "rosso" potrà essere aumentata fino al 3%.
In più a questo vanno aggiunte le tasse sugli immobili trasferite ai comuni.
E infine le regioni potranno azzerare l'IRAP.
Quali saranno gli effetti di tutto ciò?
Dunque, cerchiamo di assemblare i tasselli: l'IRAP attualmente è una tassa che grava solo sulle imprese e il cui gettito è vincolato al finanziamento della sanità regionale.
In effetti il fatto che le imprese finanzino la sanità della regione dove hanno gli stabilimenti è abbastanza assurdo, però così stanno le cose ora.
L'Irap potrà essere sostituita dall'addizionale IRPEF, spostando quindi la tassazione dalle imprese alle persone fisiche.
Questo ha almeno due importanti conseguenze: da un lato il gettito diventa più certo, in quanto come si sa l'IRPEF è pagata essenzialmente dai dipendenti e dai pensionati. Dall'altro lato darà il via ad una vera e propria concorrenza tra le imprese a stabilirsi nelle regioni con l'IRAP più basso.
Infatti l'IRAP in alcune regioni oggi è sopra il 4,50% e se venisse abolita, si tratta di una grossa differenza.
Ma possono abolirla SOLO le regioni in ordine con i conti, quindi tutte le regioni del sud saranno inevitabilmente tagliate fuori!
E direi che questo aspetto non pareggia minimamente il fondo perequativo che è stato previsto!
Non sarebbe meglio una riforma sullo stile delle province autonome? Dove le regioni trattengono una quota di tributi erariali comunque stabiliti dallo stato per evitare questa competizione tributaria?