C'è un piccola rivoluzione nel mondo del pallone: la FIFA ha messo fine dal primo maggio alle "third own partnership" cioè alla multiproprietà dei giocatori.
Negli ultimi anni la multiproprietà è diventata una moda assai diffusa, specie in sud America dove i soldi sono pochi e le squadre sfornano molti campioni. Società estranee al calcio acquistavano i giovani con la speranza di rivenderli e guadagnarci.
Erano possibili conflitti di interesse, perchè gli stessi imprenditori potevano essere proprietari di diversi giocatori impiegati da squadre diverse e era difficile per una società che si affidava a giocatori proprietà di terzi fare programmi a lungo termine perchè la disponibilità di alcuni calciatori dipendeva dalle scelte dei proprietari estranei alla società calcistica.
Qualcuno ne ha approfittato: nell'Atletico Madrid molti giocatori sono proprietà di un fondo di investimento. Il vantaggio del fondo è di disporre di calciatori senza pagarli. Probabilmente grazie al fondo l'Atletico riesce a essere più competitivo.
Lo svantaggio è che una squadra può perdere molti giocatori importanti in poco tempo. L'anno scorso subito dopo la finale di Champions, molti giocatori dell'Atletico Madrid sono stati venduti.
C'è poi un problema di conflitto di interesse: un fondo proprietario di calciatori presenti in squadre diverse potrebbe preferire la vittoria di una squadra per ottenere più soldi dalla vendita di un calciatore.
Ora tutto questo finirà, anche se gradualmente, disegnando un calcio forse un pò diverso, in cui probabilmente chi s'è appoggiato ai fondi faticherà a essere competitivo.