La vendita di Cavani ha fatto impennare i ricavi, saliti a 237 milioni di euro dai 151 dell'anno precedente. Ma di questi 237 milioni quasi 70 sono plusvalenze, cioè guadagni derivanti dalla vendita di Cavani e di un altro calciatore. Una somma molto rilevante, ma una tantum.
I diritti televisivi della serie A ammontano invece a 64 milioni, circa 2/3 di quanto incassa la Juventus. I biglietti venduti per le partite allo stadio contribuiscono al bilancio per oltre21 milioni, circa la metà della Juventus.
Ma la vera differenza con la squadra più popolare d'Italia è negli sponsor: Acqua Lete, il principale sponsor, versa al Napoli 6 milioni, circa un terzo di quanto versa Jeep alla Juventus mentre Macron, lo sponsor delle magliette, paga meno di 2 milioni. La Juventus dalla prossima stagione otterrà quasi 30 milioni dai tedeschi di Adidas.
C'è poi il capitolo costi: il Napoli ha sostituito Cavani con Higuain e poi ha comprato i vari Callejon, Albiol, Mertens e ciò ha fatto impennare sia il monte stipendi, passato da 64,6 a 83,6 milioni (aumento di quasi il 30%) sia gli ammortamenti, passati da 35 a 59,3 milioni, a livelli di squadre con incassi molto più elevati (la Juventus registra ammortamenti di circa 60-61 milioni).
Un aumento dei costi di oltre il 40% che potrebbe creare problemi in futuro, visto che le entrate sono aumentate soprattutto grazie a voci una tantum. Senza la partecipazione alla Champions League e senza plusvalenze da cessione di calciatori, il Napoli rischia di chiudere la stagione in corso con una perdita. La prima dopo 7 anni di utili, impiegati per lo più per alimentare riserve da usare per coprire perdite future.