Le elezioni amministrative di oggi (e ieri) indicano che il governo di centro-destra è in affanno. A Milano, capitale del nord e capitale economico-finanziaria d'Italia, Giuliano Pisapia sta battendo il sindaco uscente, Letizia Moratti, e proverà tra due settimane a diventare sindaco.
Sorprende il risultato perchè i sondaggi dicevano che Letizia Moratti era in testa di almeno un 4-5%. Invece Pisapia otterrà un 5-6% in più della sua avversaria.
Ma non è la sola sorpresa. A Torino è diventato sindaco Piero Fassino. Si pensava che non riuscisse a superare il 50% e fosse costretto a giocarsi l'elezione al ballottaggio. E invece vincerà con quasi il 57% dei voti, più del doppio dei voti ricevuti dal candidato di centrodestra.
Le possibili spiegazioni di questi risultati (e di tanti altri risultati elettorali nelle centinaia di comuni in cui si è votato) sono molte, ma su una vorrei concentrarmi: mentre il PIL tedesco sale a un ritmo superiore al 4%, in Italia siamo fermi. Loro escono dalla crisi, noi siamo immersi nella crisi.
Non c'è crescita e non si fa nulla per stimolarla. Berlusconi parla delle questioni che gli stanno a cuore ma ignora le sofferenze di milioni di persone con problemi di ogni genere, a cominciare da quello del lavoro. Tremonti è fedele alla consegna di non aumentare (almeno a parole) le imposte e, senza soldi, non spende nulla in più. Anzi spende di meno, taglia tutto il possibile.
"Se nel prossimo triennio non cambieranno radicalmente le cose, il futuro del nostro paese sarà definitivamente affossato", pensa un deputato italiano. Non un deputato qualsiasi, ma un deputato della Lega, l'alleato più fedele del Presidente del Consiglio e rappresentante di quel nord produttivo che oggi, con il voto, sembra voler avvisare Berlusconi che la misura è colma.
Ecco, forse basta una semplice frase, scritta qualche settimana fa in un periodico locale, per spiegare cosa succede davvero in Italia e perchè il centrodestra ha subito un duro colpo politico a Milano (e non solo lì).