Sono iniziati i sondaggi per la costruzione dell'alta velocità tra Torino e Lione e, immancabili, sono arrivate le proteste di chi, in val di Susa, non vuole si costruisca la ferrovia.
Tra le ragioni di chi si oppone alla TAV ci sono motivazioni economiche ed ecologiche. L'eurotunnel sotto la Manica è stato un disastro per gli investitori. La costruzione di un tunnel di decine di km sotto le Alpi causa poi inquinamento e forse danni irreparabili alla montagna.
Considerazioni corrette, che lasciano intendere che le linee ferroviarie esistenti siano cosa diversa.
La prima rete ferroviaria di una certa consistenza risale a prima dell'unità d'Italia. Cavour volle collegare Torino con la Francia (Frejus), la Svizzera (Sempione), Milano e Genova. Voleva trasportare più velocemente le truppe e soprattutto collegare il Piemonte con i porti liguri e con il resto d'Europa.
Il reddito derivante dalla vendita dei biglietti non era sempre redditizia. La storia delle ferrovie, ben raccontata da Stefano Maggi in Le ferrovie, il Mulino, insegna che in Italia solo le linee principali sono risultate redditizie. Le altre no, sono sempre state in perdita. Lo conferma anche il comportamento delle ferrovie, che non investono nel trasporto locale perché non conviene.
Dunque se si fossero costruite solo ferrobie redditizie, oggi sarebbero pochi i chilometri di ferrovia in funzione e milioni di pendolari non potrebbero usare il treno. Un monito per chi si oppone a nuove tratte invocando la salvaguardia dell'ambiente.
Infine proiettiamoci nel futuro.
Una rete ferroviaria moderna si costruisce in molti anni e resta in esercizio per molti decenni. Le scelte di oggi in altri termini influiranno anche sulla vita dei cittadini del ventiduesimo secolo.
Nel frattempo il petrolio sarà più scarso e forse molto costoso: abbiamo imparato nell'estate del 2008 che il prezzo del petrolio può raddoppiare in poche settimane. Cosa succederebbe dunque se il prezzo del petrolio nei prossimi 10 anni triplicasse come è successo negli ultimi 10 e non avessimo nel frattempo costruito nuove ferrovie? Se solo allora decidessimo di costruire nuove linee ferroviarie, subiremmo il prezzo elevato del petrolio per molti anni, con pesanti ricadute per la produzione e l'occupazione.
Poi l'energia elettrica, comunque la si produca, continuerà a muovere i treni, mentre non è detto che muova auto, camion o aerei che magari, tra 100 anni, potrebbero addirittura non esistere più.
Dunque la TAV impone scelte immediate e coraggiose, se non vogliamo che i nostri nipoti, tra un secolo, siano costretti a viaggiare sulle stesse rotaie messe a disposizione da Cavour e se vogliamo salvaguardare l'ambiente nel lungo periodo.