26 maggio 2011

Perchè una distribuzione più equa del reddito aiuta l'economia

Una delle prime lezioni che riceve uno studente di economia riguarda la cosiddetta il consumo.

Si spiega che non tutti consumano la stessa percentuale del proprio reddito. C'è chi spende tutti o quasi i soldi che guadagna e chi ne consuma solo una parte.
Ciò non dipende solo dalle scelte e dai gusti dei singoli (c'è lo spendaccione ma anche il tirchio) ma dal reddito di cui si dispone.
Chi dispone di un reddito basso, consuma (in media) gran parte del proprio reddito. Diciamo, giusto per capirsi, il 95% del proprio reddito.

Chi dispone di un reddito elevato, invece, consuma una percentuale decisamente inferiore del reddito (supponiamo il 75% del reddito).

La ragione è che certi costi sono molto simili per tutti: se un calciatore guadagna 100 volte il reddito di un operaio, non spende 100 volte tanto per nutrirsi, per fare colazione o per sposarsi.
Ciò ha importanti conseguenze macroeconomiche. Se potessimo rendere più uguali i redditi, spostando reddito dai ricchi ai poveri, i consumi aumenterebbero. Facciamo un esempio: se ci sono 10 persone che guadagnano 100 e consumano il 95% del loro reddito e 10 che guadagnano 1000 spendendo il 75% del proprio reddito, la spesa complessiva è
(10 x 100 x 95%) + (10 x 1000 x 75%) = 8450.

Se prendiamo 100 da ciascuno dei 10 ricchi e lo diamo ai poveri, i consumi diventano
(10 x 200 x 95%) + (10 x 900 x 75%) = 8650.

Ciascun ricco spende 75 in meno e ciascun povero 95 più. Per questo i consumi aumentano.

Se invece si trasferisce reddito dai poveri ai ricchi, i consumi diminuiscono (i conti ve li risparmio).

Dunque una distribuzione più diseguale del reddito riduce i consumi mentre una distribuzione più uguale aumenta i consumi. Inoltre cambia la tipologia dei consumi. I ricchi preferiscono beni costosi (si pensi ai gioielli, ai vestiti o alle auto di lusso, ecc.) che sovente non si producono nei paesi dove il reddito medio è basso. Si importano dall'estero, con la conseguenza che i consumi lussuosi, figli di una distribuzione del reddito molto diseguale, non aiutano i poveri, che non producono i beni di lusso.

Gli economisti conoscono la questione. Eppure, salvo qualche eccezione, chi esprime la propria opinione sui mass media si guarda bene dal dire che sarebbe meglio una società meno diseguale e che una distribuzione più equa del reddito aiuterebbe la crescita dell'economia grazie ad un aumento dei risparmio.

Com'è possibile? Lo scopriremo in un prossimo post.

2 commenti:

  1. Il principio mi torna, ma nei calcoli c'è qualcosa che non mi quadra.
    Se certe spese di base rimangono uguali, se io a un povero gli dò 100 in più, la percentuale di reddito che lui spenderà non può essere ancora 95%, sarà 90, o 85 non so, ma se le spese sono le stesse, ma il reddito cambia, la percentuale non può restare la stessa.
    Stessa cosa con i ricchi: se uno guadagnando 1000 spende il 75%, guadagnando 900 e le spese sono rimaste le stesse, in termini di percentuali dovrebbe spendere di più del precedente 75% non so se mi spiego.

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  2. sì, ovviamente era tutto semplificato... perchè nella realtà non succede che si raddoppia il reddito di qualcuno.
    Ma se si aumenta del 10% è assai probabile che la % spesa resti la stessa. Idem per i ricchi se gli togli solo una piccola parte del reddito

    Poi la resistribuzione avviene -sovente- offrendo al povero servizi gratuiti pagati dal ricco
    Il reddito del povero resta lo stesso ma ha il vantaggio di non pagare + la scuola o certe spese sanitarie
    Così succede che la percentuale spesa non solo resta uguale, ma può anche aumentare perchè non serve più risparmiare una parte del reddito a scopo precauzionale in vista di possibili spese impreviste (come le spese mediche)

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