
Mingardi spiega che l'Einaudi economista vide nel romanzo di Manzoni un'interessante lezione di economia.
Ora, prima di chiedersi in cosa consista la lezione, bisogna spiegare che Einaudi è stato un economista più di un secolo fa, quando l'economia era una disciplina molto poco evoluta. E' difficile trovare nei libri di economia qualche sua idea. E le poche citate da chi scrive oggi i manuali di economia sono le meno gradite dai suoi ammiratori.
Invece è diventato famoso come divulgatore, pronto a bacchettare la spesa pubblica in generale e soprattutto quelli che considerava sprechi. Per questo i liberisti lo amano mentre dimenticano che Einaudi voleva imposte sulle eredità per garantire il principio a lui caro dell'uguaglianza dei punti di partenza dei cittadini.
Piace invece a Mingardi l'Einaudi che ha considerava le "pagine stupende" del Manzoni sui tumulti di San Martino perchè raccontano i "pregiudizi popolari intorno alla scarsità ed alla abbondanza del frumento e della farina".
Vien da chiedersi: e questa sarebbe economia?
Io credo proprio di no, Einaudi è vissuto in un'epoca in cui l'economia era molto grossolana e lui non ha offerto molto all disciplina, o almeno non ha offerto contributi che oggi possano apparire come interessanti perchè superati da idee successive.
Piace invece a chi si ritiene superiore e ama leggere di un popolo credulone a cui dispensare consigli.