08 dicembre 2015

Bail in e bail out

Salve a tutti, ho ripreso in mano la penna per dare il mio contributo a questa penosa via crucis bancaria, che mi tocca anche molto da vicino, essendo io marchigiano e avendo innumerevoli rapporti lavorativi con Banca Marche.

Ed è proprio di Banca Marche che parlerò, perché è la realtà che conosco meglio.

Banca Marche, a differenza di altri casi, dove sono "spariti" i soldi, intascati da qualcuno o evaporati in improbabili azioni finanziarie, semplicemente è la vittima combinata della disastrosa politica governativa sugli immobili, che ha portato i valori immobiliari al minimo e della miopia del proprio management che proprio, e quasi esclusivamente sugli immobili, aveva puntato.

Per immobili intendo non solo gli immobili abitativi, ma anche quelli commerciali e i capannoni industriali.

Banca Marche ha finanziato, oltre ai privati, anche una serie di imprese edilizie in operazioni immobiliari gigantesche (ovviamente in rapporto alle dimensioni della banca), tanto da trovarsi esposta dal punto di vista creditizio in gran parte verso il settore immobiliare e verso poche, grandi imprese. Quando queste imprese si son trovate in difficoltà, come buona parte del tessuto imprenditoriale marchigiano a causa della crisi e della politica del governo, i valori a cui erano iscritti gli immobili dati in garanzia è clamorosamente crollato insieme al mercato immobiliare. Alla fine è arrivata la Banca d'Italia (ma proprio alla fine...) che ha defenestrato il management, commissariato la banca e svalutato gli attivi iscrivendo le differenze a perdite. A questo punto il patrimonio netto, a causa delle perdite, si è azzerato e, vista l'impossibilità di una nuova ricapitalizzazione (dopo il disastro di quella del 2012), la banca è in pratica fallita.

Ora, bisognerebbe chiedersi un po' di cose:

1. Dove erano le fondazioni bancarie, che oggi lamentano decine di milioni di perdite? Le fondazioni bancarie, istituzionalmente detengono il capitale delle banche, quindi non sono soggetti inesperti o piccoli risparmiatori, anzi, sovente piazzano i propri uomini all'interno delle banche per controllarne e dirigerne l'andamento! Quindi, perché non si sono accorte di nulla se non quando il danno era fatto?

2. Dov'era la Banca d'Italia, i revisori, e tutto il sistema di controlli, quando Banca Marche distribuiva dividendi a differenza del resto del settore bancario che invece soffriva per la crisi?

3. Cosa dire agli azionisti e ai piccoli risparmiatori di Banca Marche della perdita derivante dall'azzeramento delle azioni e delle obbligazioni subordinate? Beh, in questo caso diamo un colpo al cerchio e uno alla botte! Che Quando entri in una banca per avere un prestito o un mutuo, qualcuno cerchi di rifilarti, assicurazioni vita, azioni della banca, prodotti finanziari, è risaputo anche se non proprio correttissimo. Qui trovate un link a una vecchia discussione in merito. Si tratta di una pratica a dir poco in conflitto di interessi, ma d'altra parte che cedole e dividendi si sono messi in tasca i possessori di tali prodotti finché li hanno detenuti in portafoglio?

4. Cosa succederà adesso? Beh, a questo punto si avrà una "Nuova Banca Marche" (e altre Nuove Banche...) con la parte "sana" e una bad bank che raggrupperà le attività deteriorate di tutte le 4 banche. In teoria senza costi per lo stato subito. Ma costi che comunque potrebbero esserci (qui trovate un po' di spiegazioni, che altrimenti sarebbero molto lunghe, da un servizio di La7, la Gabbia).

5. Quali saranno le conseguenze a medio/lungo termine di questa esperienza? Beh, a mio parere il passaggio da bail out a bail in, sarà disastroso. L'unico fatto positivo è che non saranno socializzate le perdite dopo che sono privatizzati gli utili. D'altra parte in caso di fallimento bancario contribuiranno azionisti, obbligazionisti e alla fine i correntisti. E attenzione, il limite dei 100.000 € sui depositi, è pura teoria, in quanto i soldi dovrebbero venire da un fondo interbancario (cioè finanziato dalle stesse banche). Quindi in caso di fallimento di una banca "grossa", non ci sarebbero proprio i soldi, né vi sono indicazioni sui tempi di rimborso: mesi? Anni? Nessuno lo sa, perché in realtà nessuno sa cosa potrebbe succedere se fallisse - ad esempio - Unicredit o Banca Intesa.
Inoltre, a differenza di quanto molti possono credere, vi sono soggetti che hanno sui conti correnti anche centinaia di migliaia di Euro o milioni o decine di milioni (anche se divisi magari su più banche): le aziende grandi, necessitano di liquidità per i pagamenti e non bisogna credere che la liquidità sia tutta presa a prestito (con affidamenti o simili). Quindi se saltasse una banca e venisse applicato il bail in, la banca si trascinerà dietro un'intera economia.

Certo, bisognerebbe obiettare che il risparmiatore deve stare attento e spostare i soldi dove è più sicuro. Ma nel caso delle banche questo sarebbe l'inizio della fine! Se apparisse sulla stampa una notizia dove la banca "X" non ha chiuso bene e non si sa come andrà l'anno successivo, cosa dovrebbe fare il risparmiatore razionale? Ovvio, spostare i soldi in un'altra banca! Ma se tutti i risparmiatori fossero razionali, la banca perderebbe tutti i depositi e da andare un po' male improvvisamente andrebbe malissimo e rischierebbe di saltare!

Quindi si profila un futuro risiko bancario, dove rimarranno poche grandi banche con un elevato e concentrato potere economico e politico.