Finisce con il mese di marzo il sistema delle quote latte, nato 32 anni fa per regolare la quantità di latte prodotto e non far crollare il prezzo.
Di quote latte ne avevamo parlato quasi 5 anni fa (http://www.econoliberal.it/2010/09/le-mucche-fantasma.html) spiegando che c'era un difetto di fondo: i produttori di latte dichiaravano una produzione minore del vero, e questo ha portato a sottovalutare la produzione italiana. Di conseguenza molti per sopravvivere sono stati costretti a produrre più latte di quanto permesso, ricevendo multe poi pagate soprattutto dallo Stato italiano, per una precisa scelta politica della Lega.
Lega che ha cavalcato la protesta di chi non voleva cambiare il sistema della produzione del latte, con la conseguenza che mentre molti produttori hanno smesso di lavorare, i sopravvissuti continuano a produrre un latte più caro di quello di tanti paesi europei, compresi quelli, come Francia e Germania, che hanno solitamente un costo del lavoro superiore al nostro.
La conseguenza è che oggi il latte dei produttori italiani costa più del latte dei concorrenti stranieri. Invece di ristrutturare il settore e puntare a rendersi più concorrenziali, i produttori italiani hanno puntato a non cambiare, evitando di affrontare il problema delle quote latte, complice un partito che ha puntato a conquistare consenso.
Vedremo adesso cosa offre un mercato liberalizzato.
I produttori stranieri rischiano di trarre vantaggio dalla liberalizzazione. Proporranno più latte a prezzi più bassi e i trasformatori del latte (cioè chi produce formaggi, yogurt, ecc senza vincoli sull'origine del latte) si riforniranno dove il prezzo è minore.
Qualcuno potrà espandere la produzione di latte, con qualche beneficio sul costo, ma per molti la situazione peggiorerà: i trasformatori compreranno altrove il latte.
La pessima politica che ha cercato voti usando i soldi pubblici per evitare ai meno onesti di pagare le multe, tornerà alla carica, questa volta denunciando gli effetti della liberalizzazione e chiedendo aiuti per i produttori in difficoltà.